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Pavarotti, una carriera di successi
Nato a Modena nel 1935

MODENA - Il mondo piange la morte di Luciano Pavarotti. Il tenore, 71 anni, malato di tumore al pancreas, da molti considerato il più grande della sua generazione, si è spento stamani intorno alle 5 nella villa di Santa Maria del Mugnano, vicino a Modena, dopo che nella notte le sue condizioni si erano ulteriormente aggravate. La camera ardente verrà allestita da stasera alle 20 nel duomo di Modena, dove sabato alle 15 si celebreranno i funerali.

Lutto in tutto il mondo. La notiza della morte di Pavarotti ha fatto subito il giro del pianeta, è rimbalzata su tv e siti internet ovunque e messaggi di cordoglio sono arrivati da ogni parte del mondo. A New York il sipario del Metropolitan, dove Big Luciano aveva debuttato nel 1968 nella Boheme e poi cantato in 378 serate, si è listato a lutto per un artista «la cui voce d'oro durerà quanto il teatro». La Scala di Milano, dove aveva recitato 140 volte, piange «la scomparsa di uno dei grandi tenori della sua famiglia». A Londra la banda delle Guardie reali oggi pomeriggio ha suonato "Nessun Dorma" durante la cerimonia del cambio della guardia a Buckingham Palace per rendergli omaggio. L'aria della Turandot di Puccini è stata applaudita dalle centinaia di persone che si trovavano davanti al palazzo della regina Elisabetta.

La lunga battaglia contro il tumore. Pavarotti è stato sconfitto dal male dopo una lunga battaglia. Il tenore - che ha avuto vicino fino all'ultimo la moglie Nicoletta Manotovani, la figlioletta Alice e le figlie Lorenza, Cristina e Giuliana avute dalla prima unione con Adua Veroni, si è spento nella sua casa nelle campagne alle porte di Modena, dove era tornato il 25 agosto dopo aver passato 18 giorni nel centro oncologico del Policlinico della città emiliana. Big Luciano era stato ricoverato in ospedale per combattere una febbre alta e problemi polmonari che lo avevano colpito mentre era in vacanza nella sua villa sulle colline di Pesaro.

Da due giorni circolavano voci di un peggioramento delle sue condizioni di salute. Poi mercoledì sera, secondo indiscrezioni, il tenore ha perso conoscenza e stamani è morto. I sanitari che lo seguivano si sono attenuti fino all'ultimo alla consegna del silenzio e alla tutela della privacy voluta dalla famiglia. L'annuncio della morte è stato dato infatti stamani dal manager del tenore, Terry Robson, con un comunicato ufficiale.

Ottimista fino all'ultimo. «Penso che una vita per la musica sia un'esistenza spesa meravigliosamente ed è questo a cui ho dedicato la mia vita». Queste le parole di Pavarotti riportate dal manager del tenore nel comunicato diffuso stamani. Pavarotti «è rimasto ottimista e fiducioso sul fatto di sconfiggere la malattia e determinato a ritornare sul palcoscenico per completare il suo Worldwide Farewell Tour che aveva dovuto lasciare a metà a New York, nel luglio 2006, a causa della sua malattia». «Il Maestro ha combattuto una lunga, dura battaglia contro il tumore» che infine ha prevalso, ma fino all'ultimo, così come aveva vissuto e lavorato, è rimasto ottimista, ha fatto sapere ancora Robson. Lungo tutta la sua malattia, è stato sostenuto, riferisce ancora il manager, dalla «devozione e dall'amore» della moglie Nicoletta e dalla figlia Alice.

Il medico: cosciente e sereno - «Luciano Pavarotti è sempre stato molto cosciente della situazione, ha sempre cercato di combattere questa malattia ed è stato molto, molto presente e cosciente di quello che succedeva, ma molto sereno». Il dottor Antonio Frassoldati, componente dell'equipe del dipartimento di oncologia del Policlinico modenese che ha assistito il tenore descrive così a SkyTg24 le ultime ore di vita del cantante. «Abbiamo seguito Pavarotti con l'assistenza domiciliare anche negli ultimi giorni, poi le condizioni si sono progressivamente aggravate, fino a questa mattina», ha aggiunto il medico, confermando che l'artista era attorniato nella sua villa modenese dai familiari, «che lo hanno seguito con estrema attenzione fino alla fine. Sia Nicoletta che le figlie gli sono sempre state vicine». «Di Pavarotti - ha detto ancora Frassoldati - mi ha colpito il suo carattere, la sua voglia di vivere e di essere sempre presente in tutte le decisioni».

Due giorni fa il saluto in dialetto. «Anca me», ovvero «anch'io» in dialetto modenese. Due giorni fa Pavarotti ha risposto così al sindaco Pighi che è andato a trovarlo e lo ha salutato dicendogli di essere contento di vederlo a casa dopo la degenza di agosto in ospedale. «Questo suo grande spirito, il suo vocione, la sua tempra facevano pensare a tempi più lunghi - ha detto il sindaco, arrivato alla villa di Santa Maria del Mugnano verso le 10 - Nicoletta mi ha raccontato che il giorno prima si era anche voluto alzare da letto per il pranzo. Ho visto anche la bimba, che Nicoletta ha chiamato a salutare l'ospite: "vieni Alice, c'è il sindaco". Le ho portato anche un piccolo regalo e la bambina l'ha scartato davanti a me. Mi sembra che sia stata coinvolta in modo intelligente. E Nicoletta è forte». Pighi è tornato poi stamani nella villa di Pavarotti per portare alla famiglia il cordoglio della città. Nella casa, ha detto Pighi, «la figura di Pavarotti si impone come si imponeva sulla scena».

L'ultima apparizione di Big Luciano. Per Pavarotti l'ultima apparizione con il pubblico era stato il "Nessun dorma", cantato alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali a Torino nel febbraio dello scorso anno, mentre il suo ultimo concerto si è svolto a Taipei nel dicembre 2005. Due anni fa il Maestro aveva avviato un'Accademia per giovani talenti a Modena, seguendo personalmente un piccolo gruppo di studenti. E fino a poche settimane prima della sua morte, ha passato molte ore ogni giorno insegnando ai suo allievi nella villa estiva di Pesaro. Aveva anche programmato - ha detto ancora Robson - di registrare una raccolta completa di canzoni sacre e di rivelare gli sviluppi finali del Pavarotti International Voice Competition.

Il ricovero l'8 agosto scorso. Le condizioni di Big Luciano, che il 12 ottobre avrebbe compiuto 72 anni, erano peggiorate il mese scorso e l'8 agosto era stato ricoverato nel reparto di oncologia del policlinico di Modena con difficoltà respiratorie e febbre alta. Il tenore era rimasto in ospedale per oltre due settimane e poi era tornato a casa a Modena. Poi ieri le sue condizioni di salute si sono di nuovo aggravate. Il tenore era stato operato per tumore al pancreas l'anno scorso a New York. Pavarotti, secondo quanto era trapelato all'esterno, era rimasto sereno anche durante la degenza del mese scorso all'ospedale. I medici - si era detto - avevano dato l'ok alle sue dimissioni già poco prima di Ferragosto, ma era stato lo stesso tenore a voler rimanere per alcuni altri giorni nel reparto, dove si sentiva più tranquillo e controllato. Alle 6 del mattino di sabato 25 agosto, poi, nella massima privacy, l'ultimo viaggio verso casa.

Proprio due giorni fa il ministro della Cultura, Francesco Rutelli, aveva annunciato l'assegnazione a Pavarotti del Premio per l'eccellenza nella cultura e aveva ricordato la grande battaglia che Big Luciano stava combattendo contro la malattia «con la stessa determinazione con cui si è affermato nel mondo in una carriera formidabile».

Il comune di Modena ha messo a disposizione dei cittadini un numero telefonico per avere informazioni sui funerali: il numero è: 059-20312.

La famiglia di Pavarotti ha reso noto, tramite l'Amministrazione comunale, che chi vuole onorare la memoria del tenore può fare una donazione al Dipartimento integrato di oncologia ed ematologia (Unicredit Banca spa, Sede di Modena, piazza Grande 40, conto corrente 3196198, Abi 02008 Cab 12930).


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