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Bocelli: «Ha dato all'Italia più di quanto ha avuto»

Commozione e dolore per la morte di Big Luciano in tutto il mondo. Tantissimi i messaggi di cordoglio, stima e affetto, arrivati anche dai più importanti capi di Stato, da George W. Bush a Vladimir Putin. Un ampio servizio dedicato al tenore è andato in onda perfino sulla tv araba Al-Jazira, che lo ha ricordato con il titolo «La morte del più grande». Questi alcuni commenti di amici, cantanti e personaggi famosi sulla scomparsa di Pavarotti.

Domingo. Placido Domingo, che con Josè Carreras ha accompagnato Pavarotti nei concerti dei "Tre tenori" in tutto il mondo, pinge Big Luciano: «Ho sempre ammirato la sua voce divina, dal timbro inconfondibile, dalla completa estensione vocale». «Amavo il suo meraviglioso sense of humor e in diverse occasioni nei nostri concerti con Josè Carreras - ha aggiunto - dimenticavamo che stavamo esibendoci davanti a un pubblico pagante, perché ci divertivamo troppo tra di noi».

Bocelli. «È uno di quei pochi personaggi che, ancora in vita, riescono ad entrare nella leggenda. Soprattutto è un uomo che ha dato al suo Paese molto più di quello che il suo Paese ha dato a lui: parole per tutti e per nessuno... chi ha orecchie per intendere intenda»: con una punta di amarezza Andrea Bocelli commenta la scomparsa di Luciano Pavarotti.

Bono: «Alcuni possono cantare un'opera, Luciano Pavarotti era un'opera». Comincia così un messaggio tributo al tenore apparso oggi sul sito degli U2, firmato da Bono, che con Pavarotti ha cantato in un memorabile duetto nel maggio del 2003 a Modena. L'amicizia tra i due risaliva al 1995, quando insieme cantarono "Miss Sarajevo", e affonda le sue radici nell'impegno sociale che li accomunava: «Intellettuale curioso, amava le idee nuove, le persone nuove e le nuove forme musicali» prosegue la rock star, che racconta di aver sentito Pavarotti al telefono la scorsa settimana: «La sua voce era più forte di qualsiasi rock band anche se era un bisbiglio, e comunicava ancora il suo amore. Era pieno di amore». Si è spento «un gigante», conclude Bono, che chiamava scherzosamente il tenore "la Pavlova" (un grande dessert alla meringa, ndr).

Carboni. «Sono sempre stato attirato e affascinato dal Maestro, non solo per la sua voce straordinaria, ma anche per la particolare coincidenza di essere nato il suo stesso giorno. Con lui se ne va una grande voce e un grande uomo». Così il cantautore bolognese Luca Carboni ricorda Pavarotti.

Fracci: «Caro Luciano, ti amiamo tanto e continueremo ad amarti». Sono le parole con cui Carla Fracci ricorda Luciano Pavarotti. L'etoile della danza si trova a Maiolati Spontini, dove stasera farà da madrina della mostra dedicata al bicentenario dell'opera spontiniana "La Vestale". «Oggi in questo giorno di festa per Spontini mi è giunta una notizia profondamente dolorosa» ha detto. «Luciano era una
persona che ha dato tanto al teatro e a tutti noi».

Antonacci. «La voce di Luciano... resterà il bel canto e il suo sorriso continuerà a mettere a proprio agio coloro che lo incontreranno. Le note che restano sono carezze di lirica. La gente oggi piange il grande tenore ma per magia Luciano resterà tra le cose uniche di questo mondo e per sempre in noi». Queste le parole del cantautore Biagio Antonacc, che nell'edizione 2000 dell'evento benefico Pavarotti&Friends, duettò con il Maestro nel suo brano "Se è vero che ci sei".

Allevi. «Anche gli angeli ora potranno sentire la sua voce divina». Così Giovanni Allevi, giovane pianista e compositore, commenta la scomparsa di Luciano Pavarotti.

Morandi. «La mancanza di Luciano Pavarotti mi colpisce particolarmente, provo un dolore profondo. È in assoluto uno dei più grandi artisti ma anche uno dei personaggi mediaticamente più interessanti che il mondo abbia mai conosciuto. Un emiliano che ha sempre apprezzato e riconosciuto i valori della sua terra, delle sue origini e che resterà nella storia come Verdi, come Caruso. Sentirò la sua mancanza, mi mancheranno la sua ironia, i suoi consigli e il suo affetto». Così Gianni Morandi commenta la scomparsa di Luciano Pavarotti.

Pausini. «Conoscere Luciano e aver avuto la possibilità di stargli accanto non è stato solo un immenso onore. Ma uno tra i più bei doni che mi sia mai capitato di ricevere». Così Laura Pausini ricorda il grande tenore che l'aveva invitata anni fa al Pavarotti & Friends e al quale era legata da una profonda amicizia.

Carreras. Il tenore spagnolo saluta uno dei più grandi cantanti d'opera, un amico sincero, un fine cuoco e un eccellente giocatore di poker. «I migliori ricordi sono quelli dell'intimità. Aveva una personalità molto divertente», dice Josè Carreras - che con Placido Domingo è stato uno dei "Tre tenori", il più celebre trio nella storia della lirica - intervistato dal giornale svedese Expressen a Karlstad, ove ha tenuto un concerto. «Dobbiamo ricordarci di lui come di un grande artista, un uomo dal carisma straordinario. Era inoltre bravissimo in campo gastronomico che lui amava tanto. Era un buon amico - conclude Carreras - per i suoi amici e un grande giocatore di poker».

Meta. «Da oggi comincia una nuova vita per l'anima e per la meravigliosa voce di Luciano. Una vita che conduce all'eternità: anche in questo momento la sua voce sta incantando tutto l'universo, ovunque lui ora si trovi, ne sono sicuro». Così Zubin Mehta, direttore principale del Maggio Musicale Fiorentino, commenta in una nota la scomparsa «dell'amico Pavarotti», che il maestro indiano, legato al tenore da lunga amicizia, era andato a trovare poco tempo fa nella sua casa di Modena. «Mentre parlo, non c'è radio o televisione che non stia trasmettendo in ogni parte del mondo il suo canto e la sua immagine: così il suo ricordo non finirà mai, e potremo sentirlo sempre fra noi - aggiunge Mehta -. Io sono felice di aver potuto fare tanta musica insieme a Pavarotti, concerti, opere e dischi: Luciano aveva un'aura speciale, emanava positività, e i nostri incontri sono tutti stati occasioni che porterò sempre nel mio cuore».

Lissner. «La Scala e il teatro d'Opera perdono con Luciano Pavarotti una delle voci più belle ed emozionantidi ogni tempo. Con lui un'epoca di splendore del canto lirico viene consegnata alla storia, al ricordo ancora emozionato di chi lo ascoltò in teatro e, per fortuna, alle registrazioni che sempre ne testimonieranno la grandezza. La Scala si ferma oggi per un minuto di doloroso silenzio. Tutti hanno ancora nel cuore la sua generosità di artista, che sembrava sempre cantare "per te", e la parola italiana scolpita nel suo canto». Così il sovrintendente del Teatro alla Scala, Stephane Lissner, commenta la scomparsa del tenore.

Ardant. «La voce di Luciano Pavarotti ci ha accompagnato. Una voce che si spegne coma una stella dopo che ci haaiutato a vivere. Ma lui non morirà mai perché la sua voce è qui con noi». Così l'attrice francese Fanny Ardant ricorda Pavarotti.

Piero Ferrari. Il figlio di Enzo è arrivato stamani alla villa di Pavarotti alle 9.15. «L'ho salutato per l'ultima volta tre giorni fa - ha raccontato - Era molto giù, ma lottava ancora. Era un grande lottatore. È stato solo un saluto». Piero Ferrari ha ripetuto più volte «è un momento duro, molto difficile. I miei ricordi con lui sono tanti, ma quello più grande è quello della sua voce, della sua musica. È stato davvero un grande che ha dato tanto alla musica, a Modena, all'Italia tutta».

Ricciarelli. Era «il Karajan dei tenori». Katia Ricciarelli ricorda così Pavarotti. Artista straordinario, dice, dotato di una «voce di platino», ma anche uomo spiritoso ironico, intelligentissimo. Dalla sua carriera ha avuto tanto, sottolinea la cantante, «ma è vero anche che lui ha dato in maniera smisurata. Mi auguro che quello che lui ha dato riesca a riceverlo nella memoria di tutti». Con Luciano, racconta Ricciarelli, «ho avuto momenti artistici molto belli negli anni 60', '70 , fino ai primi anni '80. Poi ci siamo persi perchè a volte succede». Pavarotti, dice, «è stato in assoluto la più bella voce di tenore se non di cantante. Aveva una voce di platino con la quale poteva fare quello che voleva. Come uomo era «spiritosissimo e divertentissimo. Io mi auguro tanto - conclude - che ci ricordiamo di lui sempre, non solamente adesso perché purtroppo se ne è andato».

Red Ronni. «È stato il tenore più grande che abbiamo avuto e come persona era meravigliosa, aveva un atteggiamento umile nei confronti di tuti, anche con chi faceva una musica molto diversa dalla sua, e non portava alcun rancore nei confronti di chi aveva potuto fargli del male. Mi mancherà non poter più fare delle conversazioni con lui, mi ha insegnato molto». Questo il ricordo di Red Ronnie a poche ore dalla sua scomparsa del tenore. Ronnie, che ha collaborato con il cantante per diverse edizioni del "Pavarotti Friends", aggiunge «a me mancherà molto la persona, a chi ha cantato con lui mancherà la sua voce».

Sutherland. «Era incredibile stare vicino a lui e cantare con lui». L'australiana Joan Sutherland ricorda con grande affetto le tante performance assieme a Big Luciano. Ai microfoni della Bbc la grande soprano australiana ha raccontato stamattina la «grande gioià provata da lei e dal marito (il direttore d'orchestra Richard Bonynge) quando a più riprese ha cantato a fianco di Pavarotti: «La qualità della sua voce era inconfondibile. Ti rendevi immediamentamente conto che era Luciano a cantare. Non sarà dimenticato».

Baudo. «Un grande tenore che ha lasciato un grande vuoto dietro di sè», ha detto Pippo Baudo.

Mike Bongiorno. «Una persona unica e inimitabile - lo ricorda il presentatore senza nascondere le lacrime -. Lo sentivo spesso, ma ultimamente non gli avevo telefonato, perché sapevo delle sue brutte condizioni di salute e temevo che mi dicesse: ecco mi telefoni perché sai che non sto bene».

Cagli. «Penso che sia davvero l'ultimo rappresentante del 'canto italianò tra virgolette, l'ultimo dei tenori che hanno portato nel mondo il vero colore della "voce italiana"», dichiara Bruno Cagli, musicologo e sovrintendente dell'Accademia di S.Cecilia, che con Pavarotti ha lavorato anche a Pesaro per il Roassini Opera Festival e all'Opera di Roma.

Il teatro di Modena avrà il suo nome. Il sindaco di Modena Giorgio Pighi ha espresso alla famiglia di Luciano Pavarotti il cordoglio e la partecipazione sua e dell'intera città, e ha anticipato che proporrà che il teatro Comunale della città emiliana venga intitolato all'artista. «È un grande dolore per tutti noi, noi modenesi, noi cittadini di un mondo - ha commentato Pighi - che è anche un po' nostro proprio grazie all'arte grandissima e alla straordinaria generosità del Maestro Pavarotti. Questo è, in primo luogo, il momento del lutto e della commozione, ma anche della consapevolezza di aver conosciuto e ammirato uno dei grandi personaggi della nostra epoca. Una fortuna ed un privilegio che i modenesi, sono sicuro, ricambieranno con gratitudine e partecipazione».

Napolitano. Secondo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Pavarotti «ha trasmesso non solo la voce ineguagliata del nostro patrimonio musicale ma l'immagine del nostro temperamento e calore umano».

Prodi. «Scompare con il maestro Luciano Pavarotti una grandissima voce della musica e dell'Italia», scrive il presidente del Consiglio Romano Prodi in un telegramma alla famiglia del maestro. Uno dei grandi meriti del tenore emiliano è stato, secondo il premier, quello di «aver portato nel mondo l'immagine artistica più autentica del nostro paese suscitando emozioni e divulgando passione e cultura». Prodi ha poi concluso tributando a Pavarotti «l'ultimo, riconoscente, applauso».

Veltroni. «Con Luciano Pavarotti l'intero Paese perde non solo un grande artista ma un uomo straordinario che hasaputo unire al suo talento e passione per la lirica un impegno costante per le cause umanitarie e sociali più difficili, ed elevando la sua musica al suo livello più alto, ovvero quello di strumento di pace, dialogo e rispetto dei diritti umani. Alla sua famiglia va il mio cordoglio personale e quello della città di Roma». Lo ha detto il sindaco Walter Veltroni.

Sarkozy. Era «il tenore più famoso del mondo». Così il presidente francese Nicolas Sarkozy porge il suo tributo, l'ultimo omaggio a nome della Francia, a Luciano Pavarotti. «Le sue qualità artistiche, unite al calore e al carisma hanno sedotto il mondo intero», afferma Sarkozy in una nota diffusa a Parigi.

Putin. Il presidente russo Vladimir Putin ha inviato un telegramma al capo dello Stato italiano Giorgio Napolitano nel quale dice di aver «appreso con rammarico della morte di un grande uomo italiano, il cantante lirico Luciano Pavarotti». «Una grande perdita, non solo per l'Italia ma per tutta la cultura mondiale», si legge nel telegramma, come riferisce l'agenzia Itar-Tass citando l'ufficio stampa del Cremlino. «In Russia c'è sempre stata ammirazione per il maestro Pavarotti, le cui tournee si svolgevano nel nostro Paese con immancabile successo», prosegue il testo. Putin ha chiesto a Napolitano «di porgere ai famigliari di Pavarotti le condoglianze più profonde a nome mio nonchè a nome di milioni di cittadini russi, ammiratori del brillante talento del cantante».

Infine, anche George W. Bush si è unito al dolore del mondo e il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha definito «enorme il suo contributo come messaggero di Pace dell'Onu a tutti i popoli bisognosi del mondo».


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