Il nonno Armando lancia un appello: "Scrivete al Quirinale e al Csm per sottoporlo all' ipnosi"

Tullio Brigida si conferma del tutto inattendibile.

Dal carcere di Rebibbia in cui e' rinchiuso da dieci mesi continua a raccontare mezze verita' e, soprattutto, a non fornire neanche un indizio utile al ritrovamento dei suoi tre figli scomparsi da piu' di un anno. E per queste ragioni che l' avvocato Nino Marazzita, a tre giorni dal primo colloquio avuto con l' imputato, ieri ha deciso di rinunciare all' incarico. "Gli avevo posto la condizione di raccontarmi tutta la verita' . dice il penalista . perche' , in un caso come questo, mi sembrava doveroso ed eticamente corretto mettere al primo punto il ritrovamento dei bambini: questo obiettivo, d' altronde, coincideva perfettamente con il suo interesse processuale. Quando, mercoledi' scorso, ho parlato con lui per piu' di tre ore . precisa Marazzita . mi era sembrato di essere riuscito a "bucare" la sua corazza. Era guardingo, ma pareva disposto a collaborare. Cosi' mi sono preso qualche giorno per riflettere e per compiere alcuni accertamenti al termine dei quali, pero' , ho dovuto constatare che Brigida non vuole stabilire un rapporto di fiducia". Il "no" di Marazzita e' arrivato ieri pomeriggio dopo un secondo colloquio, molto breve, con il detenuto. E pensare che era stato lo stesso imputato, finora rappresentato da un avvocato d' ufficio, a far sapere di voler essere difeso dal noto penalista. Si era ipotizzato che questo avrebbe significato un cambiamento di strategia. I familiari si erano addirittura illusi che Tullio Brigida fosse finalmente sul punto di confessare. Speranze vane, cadute nel vuoto. Ma su quali aspetti di questa tragica vicenda il padre di Laura, Armandino e Luciana ha nuovamente mentito? Nino Marazzita non lo precisa. Pare comunque che il contrasto abbia riguardato due o tre circostanze che risalgono ai primi tempi della scomparsa dei fratellini di 13, 8 e 2 anni. L' avvocato voleva riscontri precisi e spiegazioni convincenti ma Brigida, pressato su luoghi e date, avrebbe ancora una volta fornito risposte evasive, tentando invece di rilanciare una nuova pista che si e' subito rivelata infondata. Il padre padrone del Trullo, insomma, non si smentisce. Sono passati 13 mesi esatti dal giorno in cui il nonno paterno senti' per l' ultima volta al telefono la voce dei nipotini e le speranze di ritrovarli vivi, a questo punto, sono ridotte a lumicino. I bambini erano stati sottratti da Tullio alla moglie, Stefania Adami, come ultimo folle tentativo di riconciliazione: o torni a vivere con me, aveva fatto sapere alla donna, oppure non li rivedrai mai piu' . E cosi' , purtroppo, e' stato: da allora i ragazzini si sono come dissolti nel nulla. Le indagini in Italia e all' estero (fino all' Australia) non hanno portato a nessun risultato. Brigida, che si trova in carcere dallo scorso 24 marzo, tra meno di due settimane finira' alla sbarra: l' udienza preliminare legata alla richiesta di rinvio a giudizio per sequestro di persona si terra' il 16 febbraio. E intanto il padre di Tullio, Armando Brigida, lancia un altro appello pubblico: "Chiedo a tutti i cittadini che hanno a cuore la nostra tristissima vicenda . dice il nonno dei fratellini . di scrivere lettere raccomandate o telegrammi al presidente della Repubblica e al Consiglio superiore della magistratura perche' , a questo che e' sicuramente un caso eccezionale, vengano date risposte eccezionali: Tullio deve essere sottoposto alla somministrazione di farmaci che lo facciano parlare. Capisco che la normativa non lo prevede, ma questa e' l' ultima speranza concreta per sapere che fine ha fatto fare a Laura, Armandino e Luciana". "Tullio e' mio figlio . conclude disperato . ma al primo posto vengono quelle creature. Continuero' a battermi con tutte le mie forze per sapere dove sono, ammesso che siano ancora vivi, i miei poveri nipotini...". Vedremo se questa volta il suo appello potra' essere ascoltato.

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