di Paolo Forcellini
Case spaziose e di proprietà. Buon reddito. Famiglie allargate e affetti solidi. Sono gli europei tra i 60 e gli 80 anni. Adulti, ma certo non vecchi. Fotografati così da una mega ricerca
Vecchio Continente. Mai come ora l'appellativo risulta appropriato all'Europa: tra tutte le grandi aree geografiche è infatti quella con il più alto tasso di ultrasessantacinquenni, circa il 16 per cento (in Italia siamo al 20), destinato a superare il 28 nel 2050. Come se la passano tutti questi anziani? Qual è il loro livello di ricchezza, come impiegano i loro risparmi, come trascorrono il loro tempo e che aiuto ricevono o danno ai più giovani? Questi e altri interrogativi sono esplorati da un vasto studio, di cui anticipiamo alcuni risultati, realizzato da Share, un osservatorio internazionale su salute, invecchiamento e sistemi previdenziali. Curatori della ricerca, cui hanno partecipato decine di studiosi di molti paesi, Axel Borsch-Supan, Agar Brugiavini, Hendrik Jurges, Johan Mackenbach, Johannes Siegrist e Guglielmo Weber. Il campione utilizzato comprende 22 mila persone di 11 nazioni europee, dai 50 anni in su. La scelta della soglia dei 50 può far stizzire molti che non hanno alcuna intenzione di tirare i remi in barca. Ma risponde a un preciso intento: esaminare le persone negli anni che precedono il pensionamento, in quelli successivi e nell'età più anziana, per cogliere le differenze più significative.

La casa Un'abitazione spaziosa, comoda e soprattutto di proprietà può essere un fattore decisivo di benessere in tarda età. La sua importanza aumenta sensibilmente nella transizione dal lavoro alla pensione e ancor più tra i più anziani, "quando limitazioni nella mobilità concentrano crescentemente le attività quotidiane dentro e attorno alla casa". Tra gli over 50 la diffusione della proprietà della casa varia tra il 53 per cento della Germania e l'87 della Spagna. Si possono distinguere tre gruppi di paesi: 1. Quelli mediterranei, Francia inclusa, dove più di tre quarti degli anziani sono proprietari; 2. Svezia e Danimarca con il 72 per cento; 3. I paesi dell'Europa centrale dove i proprietari sono un po' più della metà del campione. La massima incidenza di proprietari si ha tra i 60 e i 69 anni, oltre la percentuale decresce. Ma nei paesi del Sud Europa rimane alta anche per gli over 80.

Sono spaziose le case degli over 50? In generale il sovraffollamento non riguarda più del 5 per cento delle persone. Il sottoaffollamento, invece, ne coinvolge l'11 per cento: può sembrare una condizione invidiabile, notano gli estensori della ricerca, ma talvolta non lo è perché implica isolamento e alti costi. La mobilità abitativa è pressoché ignota alle pantere grigie: mediamente gli intervistati stanno nella loro casa da 25 anni: gli over 80 italiani vi abitano da mezzo secolo.

Il partner Scambi e sostegni tra generazioni sono essenziali al benessere degli anziani. Meno matrimoni e più divorzi hanno indebolito le famiglie un po' dappertutto. Ma tali tendenze hanno coinvolto poco gli anziani. Tra i 50 e i 59 anni il 76 per cento degli uomini e il 71 delle donne vivono in coppia. In quella fascia d'età c'è un 10 per cento di divorziati: molto meno dei 30-40enni. Tra gli over 80 il 63 per cento degli uomini e solo il 16 per cento delle donne vive con il coniuge, per la diversa vita media: le signore campano sette anni più dei maschi, e di norma il marito ha tre, quattro anni più della moglie. La convivenza di più generazioni è diminuita massicciamente in tutte le società occidentali: solo il 15 per cento degli over 70 vive nella stessa casa con un figlio. Questo dato può trarre in inganno circa l'effettiva vicinanza e solidarietà tra generazioni. Se includiamo i figli che vivono nel medesimo edificio, la percentuale sale al 29 per cento; se consideriamo quelli che abitano a non più di un chilometro si balza al 49. L'84 per cento degli anziani ha un figlio a non più di 25 chilometri. Risalta comunque una netta differenza tra 'paesi a famiglia forte' e 'paesi a famiglia debole', i primi essendo quelli mediterranei, i secondi quelli del centro e nord Europa. Contano certo fattori come i mercati del lavoro e delle abitazioni, ma forse pesa di più una spinta profonda a legami intergenerazionali più stretti nei paesi del sud Europa. Tra gli intervistati più anziani con almeno un discendente, solo l'1 per cento degli svedesi e il 4 dei danesi convivono con un figlio, contro il 23 degli italiani e il 34 degli spagnoli.
La famiglia È normale pensare a figli e nipoti come bastoni della vecchiaia. Ma lo studio rivela che sono assai più numerosi gli arzilli anziani che aiutano i più giovani. A cominciare dalla cura dei nipoti: se ne occupano, regolarmente o occasionalmente, il 43 per cento dei nonni e, sorpresa, la percentuale è uguale per nonne e nonni. La quota è più alta per le nonne dei paesi nordici. Ma è un maggiore coinvolgimento più apparente che reale: il quadro cambia infatti se consideriamo i casi in cui la cura dei nipoti viene prestata con assiduità, settimana per settimana. Allora le nonne più solerti sono quelle di Italia, Grecia e Svizzera. Come mai? Nei paesi del Nord le donne sotto i 65 hanno tassi di occupazione pagata molto superiori a Italia, Grecia e Spagna, dove non raggiungono il 20 per cento: inevitabile che le percentuali di cura 'intensiva' dei nipoti siano inferiori rispetto ai paesi dove le nonne sono per lo più escluse dai lavori retribuiti. Circa il 10 per cento del gruppo di età fra 65 e 74 anni fa lavoro di volontariato, ma tale percentuale sale a più del 25 per cento in Olanda e scende a meno del quattro in Grecia.

L'economia Dal punto di vista economico, gli anziani europei non se la passano malissimo: i tassi di povertà "sono relativamente bassi", superano il 20 per cento solo in Grecia (e in Gran Bretagna, paese escluso dalla ricerca Share). Invece negli Stati Uniti la povertà riguarda quasi il 25 per cento delle persone attempate. Se si combinano questi dati con sistemi previdenziali relativamente generosi ed età precoci di ritiro dal lavoro (non dappertutto: solo "il 19 per cento degli uomini italiani tra 60 e 64 anni si definisce lavoratore, contro il 60 degli svedesi"), non stupisce che gli europei più avanti negli anni abbiano tempo e risorse da dedicare agli altri. Il 28 per cento negli ultimi 12 mesi ha dato aiuti monetari o materiali di valore superiore ai 250 euro (per volta) alla propria famiglia. Un tasso che diminuisce con il crescere dell'età e raggiunge il massimo in Svezia (37 per cento) e il minimo in Spagna (11). In media, invece, gli anziani che hanno ricevuto sostegni simili sono solo il 6 per cento. In Italia il 25 per cento dei senior ha dato e meno del 5 ha ricevuto. I 'doni' sono più frequenti da parte delle persone intorno ai 60, e i beneficiari sono i figli, ma pure i genitori ancora viventi. Dopo i 50 anni la quota del campione che ha ricevuto forme di aiuto personale negli ultimi 12 mesi sale gradualmente fino a 75 anni e rapidamente oltre.

Il portafoglio Mentre consumi e redditi sono indicatori del benessere corrente, il patrimonio ci parla delle future possibilità di consumo. La maggior parte delle persone risparmia in vista del pensionamento. Dispongono di un patrimonio netto (somma delle attività finanziarie e di quelle reali meno l'indebitamento) relativamente elevato gli anziani di Svizzera, Spagna e Italia (sopra i 140 mila euro). Vi è poi un secondo gruppo (tra i 120 e i 140 mila euro) che comprende Francia e Olanda. Un terzo gruppo sta tra i 100 e i 120 mila (Austria, Danimarca e Grecia). In coda troviamo Germania e Svezia che non raggiungono i 100 mila. Se questi dati vengono aggiustati con i relativi poteri di acquisto, la classifica subisce sensibili aggiustamenti: in particolare Spagna e Grecia salgono, mentre scendono Svizzera, Danimarca e Svezia. Se invece consideriamo solamente le attività finanziarie, cioè quelle più liquide, il quadro cambia. Nei paesi mediterranei la più parte degli anziani ha come attività finanziaria solo il saldo del conto in banca: pressoché niente azioni, né obbligazioni, né fondi pensionistici e assicurazioni sulla vita. Viceversa in Svezia, Danimarca, Svizzera e, in misura minore, Germania e Olanda, questi strumenti sono assai più diffusi.

I consumi La ricerca getta qualche scandaglio anche su questo versante. La spesa mensile pro capite per il cibo nelle famiglie degli over 50 si aggira attorno ai 200 euro nella maggior parte dei paesi: è più alta in Svizzera e più bassa in Svezia, Spagna e Grecia. Se il dato viene corretto sulla base dei diversi livelli dei prezzi, si scopre che spendono meno (tra il 24 e il 30 per cento sotto la media) Svezia e Danimarca. Con un approccio più complessivo, è stato chiesto agli over 50 se con il loro reddito trovavano o meno difficile arrivare alla fine del mese. Soprattutto in tre paesi gli anziani sostengono di avere difficoltà a sbarcare il lunario: Italia, Spagna e Grecia. Più del 60 per cento delle anziane single di questi tre paesi stenta a farcela mentre solo meno del 20 per cento degli over 50 che vivono in coppia in un paese del nord Europa ha analoga difficoltà.
Gli over 80 I vegliardi ultraottantenni rappresentano la fascia d'età in più rapida crescita percentuale. Il 56 per cento dei 'più anziani tra gli anziani' vive da solo, il 27 in coppia, il 16 con familiari (perlopiù con un figlio). Sono numerose le differenze rimarchevoli nelle condizioni di vita degli 'oldest-old' tra i diversi paesi. Ad esempio il numero di quanti vivono con familiari è assai inferiore nel nord Europa (3-6 per cento) che nel sud (Italia 22 per cento, Spagna 37). Le interpretazioni possibili sono molteplici: al Nord vi è una maggiore disponibilità di case di riposo (gli anziani 'istituzionalizzati' non fanno parte del campione) e, soprattutto, vi sono notevoli diversità culturali riguardo la cura dei membri della famiglia. Una buona quota degli ottuagenari non è 'a carico di', ha ancora energie e capacità per rendersi utile in famiglia e fuori. Ben un terzo non ha seri problemi di salute (stanno meglio i maschi delle femmine) e addirittura quelli da 85 anni in su si sentono più in forma di quelli tra 80 e 84 anni. Così il 12,2 per cento si occupa di altri anziani malati o disabili, il 9,5 aiuta genericamente gli altri, il 9,3 si dedica ad attività religiose e il 7,2 è attivo in club sociali o sportivi. Chi fa ginnastica campa cent'anni. E magari oltre.