Dopo gli strafalcioni alla maturità la Gelmini annuncia la linea dura. Sotto inchiesta altri tre dirigenti del ministero

 

RAFFAELLO MASCI
ROMA
Al palazzo dell’Istruzione inizia la «resa dei conti»: dopo la cacciata di Katia Petruzzi, altre tre persone sarebbero sub judice e per qualcuna di loro è stata anche ventilata l’ipotesi di un licenziamento. Il ministro Mariastella Gelmini pare sia furiosa per i guai, i danni d’immagine che gli errori presenti nei compiti della maturità si sono portati dietro. Nella tarda mattinata di ieri ha fatto diramare questo comunicato: «Contestualmente alla nomina del nuovo presidente della struttura tecnica per gli esami di Stato, il professor Luciano Favini, il Ministero dell’Istruzione sta accertando le responsabilità dei dirigenti preposti all’elaborazione delle tracce d’esame per adottare le opportune sanzioni».

L’anglista incauta
Detta altrimenti: è iniziata la rimozione anche brusca dei burosauri che si sono (o si sarebbero) macchiati di faciloneria nella stesura delle prove d’esame. Imputato numero uno sarebbe Giulia Di Nicuolo, «ispettore tecnico d’inglese», docente di lunghissima esperienza, in forza alla direzione per gli Affari internazionali. Stando al capo di imputazione, l’anglista sarebbe stata quantomeno incauta nello scegliere il brano del linguistico ma, soprattutto, quello dell’Istituto tecnico per il turismo che, secondo alcuni esperti, sarebbe stato prelevato da Internet col «copia e incolla» e costituirebbe, in sostanza, la trascrizione di una conversazione, con tutte le inesattezze che il parlato può comportare.

Ma ieri - dicono al ministero - la professoressa Di Nicuolo avrebbe reagito duramente. Ha anche scritto una nota di spiegazione al ministro: «Il brano che ho proposto non è scorretto - ha detto - si tratta di “global english” e quindi di una lingua “colloquiale” ma non per questo sbagliata». Quanto alla docente dei figli di Berlusconi, Jean Woodhouse, che aveva contestato la scelta ministeriale, sarebbe «ancorata ad un modello accademico di inglese» che non risponde più alla realtà.

La versione di greco
La disputa non è stata facile. Tanto più che - stando sempre al racconto di chi c’era - la Gelmini era furiosa per l’accaduto e avrebbe fatto balenare l’ipotesi di «grave danno di immagine» per il ministero, con la conseguente possibilità di «licenziamento per giusta causa». La posizione della Di Nicuolo sarebbe la più grave, ma - dicono al ministero - qualche giustificazione la dovrà dare anche Anna Piperno, ispettrice di lingua italiana, per la vicenda Montale. Mentre potrebbe cavarsela meglio Marcello Della Gala, ispettore di discipline tecniche, per le ipotetiche imprecisioni in alcuni compiti, come quello per i geometri. Ci sarebbe poi la disputa sul brano di Luciano per il compito di greco e sul contestato «taglio» apportato ma, in questo caso, l’ispettrice delegata era la già rimossa Katia Petruzzi, grecista illustre.

Il compito di dover dirimere questa vicenda sarebbe stato affidato ai vertici del Dipartimento dell’Istruzione, e quindi al suo direttore Giuseppe Cosentino, affiancato dal direttore generale degli Ordinamenti Mario Dutto. Il ministro Gelmini sta poi pensando di dotare la Commissione per gli esami di Stato di una rete di sicurezza, con un direttorio di tre persone: Favini più altri due ispettori ancora da individuare.