di Fabio Pin

Parla e vede, per il resto, da oltre sei mesi è costretto su una sedia a rotelle, completamente paralizzato. Sono le gravissime conseguenze subite da un paziente dell’ospedale di Sanremo dopo un intervento di routine alla prostata.

 I familiari hanno sporto denuncia e la procura ha subito avviato un’inchiesta che nei giorni scorsi ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di due medici del Borea: il chirurgo che ha effettuato l’operazione e l’anestesista. Ipotesi di reato, lesioni colpose.Vittima del presunto caso di malasanità è un cinquantenne residente a Sanremo, sposato, con un figlio. Stando a quanto affermato nell’esposto e agli accertamenti condotti dalla polizia giudiziaria, il suo calvario sarebbe iniziato lo scorso settembre, quando in occasione di una visita specialistica gli viene diagnosticato un tumore alla prostata. Il medico lo rassicura spiegandogli che non riteneva necessario un intervento chirurgico e che un’adeguata terapia farmacologica sarebbe stata sufficiente per tenere sotto controllo, almeno per il momento, quel tipo di patologia. Nei due mesi successivi, però, l’uomo continua a denunciare gli stessi sintomi e agli inizi di novembre si sottopone a una seconda visita e, due settimane più tardi, a una Tac il cui esito consiglia di intervenire per procedere all’asportazione del tumore. L’operazione viene programmata per il 3 dicembre. Il ricovero nel reparto di urologia viene preceduto dagli esami preliminari, compresi quelli in base ai quali viene deciso il tipo di anestesia più adatto al quadro clinico del paziente e alle caratteristiche dell’intervento. L’operazione risulta tecnicamente riuscita, nel senso che la massa tumorale viene rimossa. Ma al suo risveglio il paziente non è più in grado di muovere gli arti inferiori. Trascorrono due giorni e la paralisi si estende alle braccia e alle mani. A quel punto, dopo un approfondito consulto, i sanitari dispongono il trasferimento al Santa Corona, unità spinale. I medici dell’ospedale di Pietra Ligure sottopongono il paziente a numerosi esami clinici. Purtroppo i risultati sono senza appello: la paralisi non è curabile, l’invalidità è del 100 per cento. I familiari dell’uomo chiedono e ottengono copia delle cartelle cliniche e con queste si rivolgono a un avvocato, che una decina di giorni più tardi deposita un esposto in procura, a Sanremo. Nella denuncia si fa riferimento all’anestesia quale presunta causa della paralisi.Il sospetto, poi fatto proprio dagli inquirenti, è che chirurgo e anestesista non abbiano tenuto conto dell’incompatibilità di alcuni farmaci rispetto a quanto emerso dagli esami preliminari effettuati sul paziente che, evidentemente, avrebbero dovuto imporre soluzioni di diverso genere.

Raccolti i primi elementi, la procura ha disposto l’acquisizione delle cartelle cliniche in tre diversi presidi ospedalieri. Al Saint Charles di Bordighera dove l’uomo aveva effettuato la Tac, nel reparto di urologia presso il quale era stato operato e, infine, al Santa Corona, dove il paziente era stato trasferito dopo l’intervento e dov’è rimasto ricoverato per oltre due mesi. Dopodichè la polizia giudiziaria avrebbe convocato il figlio dell’uomo per assumere altre informazioni utili all’inchiesta. Infine, come detto, nei giorni scorsi i due sanitari sono stati iscritti nel registro degli indagati. Al momento i loro nomi restano coperti dal segreto istruttorio.

 

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