Le indagini sull'attentato a Papa Giovanni Paolo II, spesso si sono incrociate con quelle sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Il giudice Rosario Priore si è occupato della vicenda. "Se davvero la Orlandi è morta, la notizia potrebbe incidere negativamente sulla famiglia", ha detto Priore

“Sulla scomparsa di Emanuela Orlandi emersero tante strade, tante piste, però caddero tutte perché nessuna ebbe un riscontro oggettivo". Lo ha dichiarato il giudice Rosario Priore, le cui indagini sull'attentato a Giovanni Paolo II compiuto da Alì Agca si sono spesso incrociate con quelle della sparizione della Orlandi. "Parlo in particolare - ha dichiarato il magistrato – della pista dei Lupi Grigi, una pista della quale forse si impossessò un qualche servizio, un servizio dell'Est secondo quello che risultava a quei tempi, per ricattare la figura del Papa". Riguardo le dichiarazioni della testimone, secondo la quale Emanuela Orlandi sarebbe stata uccisa e il corpo gettato da Enrico De Pedis in una betoniera, Priore ha detto che "questo potrebbe effettivamente incidere negativamente sulla famiglia che è stata tenuta sulla corda per anni. Quello che è strano - ha sottolineato - è che se la Orlandi è veramente in vita dovrebbe dare segni della sua esistenza". Secondo Priore  non è praticabile una ricerca all'interno della tomba di De Pedis, nella basilica di Sant'Apollinare "perché la basilica potrebbe essere al di fuori dalla giurisdizione dello Stato italiano”.