Calano i consumi degli italiani, tranne quelli di cellulari e elettronica

FLAVIA AMABILE

 

 

 

 

 

Ci risiamo. Gli italiani sembrano aver abbandonato definitivamente le pantagrueliche mangiate di pasta, pane, le cene senza fine. L'ultimo svago che si concedono sono i telefonini. Meglio un panino in meno in pancia che un cellulare pluri-aggiornato in tasca.  

Ma a giudicare dai dati, nemmeno questo durerà a lungo.

I consumi non vanno, non c'è molto da fare. Ieri sono apparse due diverse ricerche. La prima della Cia-Confederazione italiana agricoltori sui consumi domestici di alimentari. Secondo le prime stime sono in calo del  2,5% rispetto allo stesso periodo del 2007 a conferma di una tendenza già registrata lo scorso anno. 

Calano i consumi soprattutto per i derivati dei cereali, del 4,8%. Su tutti il pane che mette a segno una flessione del 5,5%. Le famiglie italiane consumano anche meno ortaggi (-5,5%), frutta (1,8%), olio d’oliva (-5,0%), carne bovina (3,4%).

Anche per questo a giugno i prezzi sono aumentati del 6,1%, sostiene la Confagricoltura. In particolare, il pane è rincarato del 13%, la frutta del 7,6%, gli ortaggi del 3,2%, la carne bovina del 5%, l’olio d’oliva del 4,8%. In controtendenza, i consumi domestici di latte e derivati (+3%), soprattutto yogurt e dessert, di pollame (+1,5%) e vino e spumanti (+2,5%).

Attualmente gli italiani spendono per gli acquisti degli alimentari 485 euro al mese: 23,4% carne, salumi e uova; 18,2% latte e derivati; 16,8% ortofrutta; 14,8% derivati dei cereali; 8,9% prodotti ittici; 5,7% bevande analcoliche; 5,5% bevande alcoliche; 3,9% olio e grassi; 2,8% zucchero, sale, caffè, the. L’incidenza sulla spesa complessiva mensile, spiega la Cia, è del 18,9%. 

Il secondo dato sui consumi viene dalla Confcommercio che dallo scorso anno ha creato un indicatore. Anche a maggio, per la terza volta in tre mesi, l'indice è in calo, perde il 2,7% portando la flessione nel complesso dei primi cinque mesi dell’anno all’1,9%, valore decisamente peggiore rispetto al +1,1% registrato nell’analogo periodo del 2007.

Il dato, segnala la Confcommercio, «fa sfumare definitivamente l’ipotesi di uscire entro breve da una crisi ormai strutturale, profonda e non legata a fenomeni stagionali, rafforzando la previsione di una crescita dell’economia italiana, nel 2008, prossima allo
zero». Continua a pesare un’evoluzione negativa della domanda di beni (-3,8% in quantità rispetto all’analogo mese del 2007) a cui si è associata una stabilità per quella relativa ai servizi. 

La tendenza della domanda è riflessiva per quasi tutti i beni e servizi con l’eccezione di quelli per le comunicazioni e, in misura più contenuta, dei beni e servizi per la cura della persona. In calo sensibile la richiesta di beni e servizi ricreativi, che registra una flessione del 4,9% rispetto all’analogo mese dello scorso anno, confermando la tendenza che ha caratterizzato l’ultimo biennio. 

In calo sono soprattutto auto e benzina, ma anche cibo e vestiti. Rispetto all'anno precedente, sono crollati del 13,5% gli acquisti di beni e servizi per la mobilità - un capitolo nel quale sono inserite auto e moto, ma anche benzina e biglietti aerei - ma cala anche la quantità di alimentari comperati (-3,3%), quella dei beni e dei servizi ricreativi (-4,9%), quella di abbigliamento e calzature (-2,3%), e l'acquisto di beni e servizi per la casa (-1,2%) che riguardano non solo gli elettrodomestici (che sono in lieve crescita) ma anche le bollette della luce. 

Anche i consumi di beni per la comunicazione, che continuano a segnalare una crescita del 6,9%, mostrano i primi sintomi di rallentamento. Gli italiani invece non riducono la spesa per alberghi e pasti fuori casa (+0,4%) e quella dei beni e servizi per la cura della persona(+2,8%). 

La domanda per i servizi di ristorazione, come rilevato anche dall’ultima analisi della Fipe-Confcommercio, e di alloggio mostra una sostanziale stagnazione della domanda (+0,4%) imputabile solo in parte a condizioni atmosferiche meno favorevoli rispetto agli anni precedenti. I beni ed i servizi per la mobilità hanno registrato una riduzione della domanda particolarmente consistente (-13,5% nel mese), confermando lo stato di forte difficoltà in cui versa il settore da alcuni mesi e che colpisce in misura particolarmente accentuata gli acquisti di autovetture e di motocicli.

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