Molta gente comune, pochi amici e collaboratori nella chiesa di San Marco a Milano. Un disco diffonde la sua voce registrata mentre recita il testo di "Blowing in the wind". Sarà seppellito con un telecomando, un pacchetto di sigarette e un set di fiches

  

MILANO - Un funerale nel suo stile, pieno di gente comune, senza autorità politiche, circondato da pochi personaggi noti, amici e collaboratori, che non l'hanno abbandonato fino alla fine. L'ultimo saluto a Gianfranco Funari nella chiesa di San Marco a Milano, una funzione popolare, in cui i pochi famosi restano in disparte e a occupare la scena rimane lui. Un disco registrato diffonde la sua voce mentre recita il testo di "Blowing in the wind" di Bob Dylan. Sopra la bara coperta di girasoli, sono appoggiati il cappello e il bastone. Verrà seppellito nel cimitero Monumentale, con un telecomando, un set di fiches da gioco e un pacchetto di sigarette. Sulla lapide sarà impressa l'ultima battuta: "Ho smesso di fumare".

LE IMMAGINI DEI FUNERALI

La colonna sonora l'aveva scelta lui. Nella chiesa risuonano le note di "La cura" di Franco Battiato, "A muso duro" di Pierangelo Bertoli, "Blowing in the wind", prima nella versione di Bob Dylan, poi nella sua traduzione in italiano, recitata e registrata. A dargli l'addio tante persone comuni e pochi politici, una platea che Gianfranco Funari avrebbe senz'altro gradito.

Si intravedono Piero Chiambretti, Carlo Freccero, Cristiano Malgioglio, Claudio Cecchetto, il produttore Marco Falorni e l'inviato delle Iene Enrico Lucci. Unici politici, Marco Ferrando, segretario del Pcl, l'ex ministro della Famiglia Antonio Guidi e Giorgio Jannone del Pdl. In prima fila la moglie Morena, che ha letto un messaggio d'amore e di stima per il marito, per la sua "libertà di pensiero, senza compromessi con il potere". "Sei tu il vero epurato della televisione, hai spiegato la politica alla gente comune".


Ha chiesto di essere seppellito con alcuni oggetti simbolici. Un pacchetto di sigarette, anche se fino alla fine ha ripetuto ai giovani di non fumare. Un telecomando, nonostante la sua frase celebre: "la televisione è come la m..., bisogna farla, non guardarla". Un set di fiches, che rimandano all'inizio della sua carriera, quando faceva il croupier. "Ha passato una parte della vita nei casinò - ha ricordato la moglie - ma l'intera sua vita è stata un azzardo. Ha incarnato quello che dovrebbe essere il giornalismo e per questo l'ha pagata cara".

Con una nota scritta dal parroco di San Marco Luigi Testore, la curia di Milano ha risposto alle indiscrezioni sulla presunta appartenenza alla massoneria di Gianfranco Funari, smentita dal Grande Oriente Italiano (un caso di omonimia). "Si ribadisce il giudizio negativo della Chiesa a riguardo delle associazioni massoniche, si fa presente che le esequie, richieste dai familiari, sono un gesto di preghiera - ha precisato Testore - non si tratta di un rito che comporta un giudizio sulla persona, che come tale spetta solo a Dio".

 

Fonte

 

Gianfranco Funari, le frasi celebri

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BATTUTE, a volte battutacce, una personalissima visione della vita, della politica, soprattutto della televisione. Gianfranco Funari, scomparso oggi a 76 anni, amava lasciare il segno con aforismi e frasi lapidarie. Di seguito, alcune delle più famose.

La televisione
- La televisione è come la merda: bisogna farla ma non guardarla.

- Il talento, in trasmissione, è amico della crudeltà e della violenza.

- Le idee valide si esprimono con poche parole.

Le donne
- La donna più importante che ho incontrato è la politica.

- Morena? Non aveva figli, altrimenti non l'avrei sposata.

La politica, i politici
- Sono un pentito del centrodestra e un deluso dal centrosinistra.

- E' finita la politica da salotto. Una volta la gente diceva: governo ladro. Adesso fa il nome del ladro, quello del partito, e dice che cosa ha rubato.

- Gianfranco Fini? Tutta carta argentata. dentro nun c'è manco la cioccolata.

- Noi italiani abbiamo nella coda il veleno dell'avverbio dubitativo.

Le canzoni
La malinconia (di Franco Califano, ndr) è dogma.

Funari su Funari
- Non sono un giornalista, sono un giornalaio

- Voglio rimanere sempre libero. Voglio stare dalla parte della gente.

- Noi poveri andavamo in vacanza all'ombra delle statue del Bernini. E lì ho sempre sognato di diventare Papa... Habemus Funari.

- Iniziai a stare male, erano i primi segnali di un infarto, poi m'hanno aperto come un abbacchio.

- Nel mio cammino ho calpestato parecchie merdacce, e non mi sono mai pulito le scarpe.

- La mattina, quando ti alzi, non ti chiedere che cosa devi fare, ma che cosa puoi fare per essere felice.