«La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità». Una frase del giudice Paolo Borsellino per ricordare la strage di via D'Amelio, della quale ricorre oggi il 16mo anniversario.

 Il 19 luglio del 1992 il giudice Paolo Borsellino si reca con la sua scorta a fare una visita alla mamma che vive a Palermo, in via D'Amelio. Una Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell'abitazione, con 100 chili di tritolo a bordo, esplode uccidendo il giudice e 5 agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

La cerimonia in occasione del 16° anniversario della strage è iniziata con l'arrivo di un gruppo di bambini delle scuole elementari palermitane Sul luogo della strage anche il presidente del Senato Renato Schifani e il ministro della Difesa Ignazio La Russa. Le autorità hanno deposto una corona in via D'Amelio e subito dopo è stato osservato un minuto di silenzio. «Non dimenticate mio marito», ha chiesto la moglie di Paolo Borsellino, Agnese, in un breve ma fitto dialogo con i ministri Angelino Alfano e Ignazio La Russa e con il presidente del Senato Schifani, in via D'Amelio, al termine della cerimonia. «Stia sicura – ha risposto il Guardasigilli Alfano - non solo non dimenticheremo suo marito, ma non dimenticheremo chi ha fatto del male a lui, alla Sicilia e a tutti noi». Proposito confermato da Schifani e La Russa. «Non è più il tempo - ha detto Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo, ricordando il fratello - del solo ricordo e dei minuti di silenzio. È il tempo di gridare con forza. Perchè noi vogliamo veritá e giustizia, sperando che la magistratura possa svolgere il proprio lavoro senza che i magistrati siano uccisi o crocifissi ogni giorno».

Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha inviato alla moglie del giudice ucciso dalla mafia, signora Agnese Borsellino, un messaggio. «Rinnovare anno dopo anno il ricordo di Paolo Borsellino e della sua scorta - ha scritto Napolitano - costituisce il doveroso riconoscimento che il Paese tributa al dramma da voi vissuto e al coraggio con il quale avete saputo affrontarlo nei lunghi anni trascorsi». Il Presidente della Repubblica ha sottolineato come ricordare tutti coloro «che hanno pagato con il sacrificio della vita i servigi resi alle istituzioni contribuisce in modo determinante a diffondere la cultura della legalitá contro ogni forma di violenza e sopraffazione». «Quello di Paolo Borsellino - ha scritto il presidente della Camera Gianfranco Fini in una nota - è un esempio luminoso di italianità e di servizio allo Stato testimoniati fino all'estrema ed eroica coerenza».