ROMA - Di nuovo fiamme e colonne di fumo nel polmone verde della Pineta di Castelfusano, a ridosso del litorale romano.

 E' ancora una volta la mano dell'uomo a bruciare ettari, oltre 30, di macchia mediterranea, pini, lecci e farnie. Di nuovo, come nel 2000, polemiche sulla macchina dei soccorsi e su eventuali ritardi.

E poi, come sempre, la ridda di ipotesi sul "disegno criminale": il racket della prostituzione, una guerra tra bande di malaffare, piromani orgogliosi di vedere la propria opera distruttiva. Al contrario del 4 luglio 2000, quando "il grande rogo", come fu definito, nonostante l'impegno di mille uomini distrusse 260 ettari della storica pineta e ridusse in cenere alberi secolari, questa volta, seppure siano stati appiccati tre diversi focolai in sequenza - in distinte zone - e ci fosse parecchio vento, circa 250 uomini tra vigili del fuoco, corpo forestale dello stato, protezione civile, servizio giardini sono riusciti a contenere i danni. Agenti del corpo forestale hanno trovato un innesco artigianale che ha provocato il primo dei tre focolai. Nell'innesco sono state trovate tracce di liquido infiammabile. Il primo focolaio, scoppiato attorno alle 9:30, è stato subito circoscritto dagli agenti del Corpo Forestale. Successivamente, verso le 11:30, è divampato un altro incendio sul versante che costeggia via di Villa Plinia, a ridosso della via Cristoforo Colombo. Infine alle 12:30 un altro rogo è divampato a circa un chilometro dalla tenuta del presidente della Repubblica a Castelporziano, distruggendo circa un ettaro di macchia.

Questi ultimi due incendi si sono propagati velocemente a causa del vento e, presumibilmente, anch'essi avrebbero un'origine dolosa anche se non sono stati trovati inneschi. Indagini sono in corso da parte degli agenti del corpo forestale coordinati dal pm Gianfranco Amendola della Procura di Roma. E a confermare il sospetto del dolo, il fatto che "nell'ultima settimana - ha spiegato il comandante dei vigili del fuoco provinciale, Guido Parisi - ci sono stati tra i 5 ed i 6 principi d'incendio", mentre negli stessi giorni due inneschi sono stati trovati dal Corpo Forestale. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che si è recato a Castelfusano, ha annunciato che chiederà l'intervento dell'Esercito per controllare la zona della pineta, perché "c'é un numero crescente di incendi". "C'é una volontà di colpire quest'area - ha detto - forse si tratta di una ritorsione tra bande che sfruttano le prostitute, un fenomeno presente nel parco. Per questo serve un'opera seria di intelligence per capire com'é la situazione". Alcuni testimoni hanno parlato di forti ritardi nell'arrivo dei canadair, circa 3 ore, ma dalla Protezione civile è stato replicato che sono state seguite le procedure "pianificate".

Di sicuro il primo canadair non è arrivato prima delle 13:15. Anche su questo si indagherà: "Ho parlato con il capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone - ha aggiunto il sindaco - e abbiamo deciso di istituire una commissione d'inchiesta per stabilire se ci sono stati ritardi o difetti di coordinamento negli interventi". Ad ogni modo il grande rogo del 2000 non si è ripetuto "nonostante il disegno criminale proprio grazie alla tempestività - ha commentato il direttore della protezione civile della Regione Lazio, Maurizio Pucci - è stata salvata la Pineta di Castelfusano".

 

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