Questo è il vero Radovan Karadzic. El Mundo pubblica in esclusiva in prima pagina nell'edizione odierna la foto dell'ex leader dei serbi di Bosnia, al quale sono stati tagliati sia i lunghi capelli sia la folta barba che avevano contribuito a conferirgli l'aspetto di guru scelto per nascondersi durante questi tredici anni.

Karadzic comparirà oggi di fronte al Tpi (Tribunale penale internazionale Onu per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia), accusato di genocidio e crimini di guerra, dopo essere trasferito ieri mattina da Belgrado.
Il boia dei Balcani mostra così la sua autentica fisionomia. Ai tiranni come lui, sottolinea il quotidiano spagnolo, l'Onu ha lanciato un messaggio che può riassumersi nel proverbio castigliano: "Quando vedi tagliare la barba del tuo vicino, metti la tua a mollo".
E' prevista alle 16 di oggi la prima comparizione di Karadzic davanti al giudice della corte dell'Aja, Alphons Orie. In questa prima udienza, il giudice leggerà a Karadzic gli undici capi di imputazione; poi, gli chiederà di dichiararsi innocente o colpevole. L'accusato, che ha annunciato l'intenzione di difendersi da solo, non dovrà rispondere subito alla domanda del giudice Orie: avrà a disposizione 30 giorni per preparare la sua risposta.
Karadzic - recluso in una cella del carcere di Scheveningen - sarà processato "per crimini contro l'umanità, per genocidio, per aver terrorizzato la popolazione dell'ex Jugoslavia, per l'assedio di Sarajevo e per i fatti di Srebrenica" ha spiegato il procuratore generale del Tpi, Serge Brammertz, aggiungendo che anche da sola l'ultima imputazione garantirebbe il massimo della pena. "Il processo sarà impegnativo - ha ribadito più volte Brammertz - e la Procura vuole istruirlo nella maniera più efficiente e nel rispetto del diritto internazionale".
I giudici del processo saranno l'olandese Alphons Orie, la collega belga Christine Van de Wyngaert e il sudafricano Bakone Moloto. Nei mesi scorsi, Orie si è occupato del processo all'ex primo ministro kosovaro Ramush Haradinaj, conclusosi il 3 aprile con un'assoluzione in primo grado di giudizio.

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