«Non ci siamo mai sognati di rappresentare ufficialmente la Santa Sede, che ha un suo organo di stampa che è l’Osservatore Romano, né la Cei, che ha l’Avvenire. Detto questo non leggo la dichiarazione di padre Federico Lombardi come una sconfessione, né come una presa di distanza»: così il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, aggiunge una nuova pagina nelle polemiche tra il settimanale cattolico e il governo Berlusconi.

Le dichiarazioni del direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Lombardi, non sono una presa di distanza. «La dichiarazione di padre Lombardi è formalmente correttissima - dice il religioso - noi come Famiglia Cristiana ci muoviamo in perfetta sintonia con il magistero della Chiesa e della dottrina sociale. Manifestiamo il nostro libero e autonomo giudizio sui fatti di attualità e di cronaca - prosegue don Sciortino - ma siamo sempre stati perfettamente allineati con il magistero della chiesa. Chi vuole portare questa dichiarazione della Santa Sede come una sconfessione di Famiglia Cristiana in toto credo faccia una operazione scorretta».

Cosa risponde a Carlo Giovanardi e a Maurizio Gasparri che accusano il settimanale di posizioni fasciste? «Un giorno ci danno dei cattocomunismi e criptocomunisti, il giorno dopo ci danno dei fascisti. Valuti lei..», chiosa Sciortino. «Noi diciamo queste cose da anni e con libertà di giudizio abbiamo sempre mantenuto la stessa linea con tutti governi, senza una presa di fatto. Giudichiamo i singoli atti del governo alla luce della dottrina sociale della Chiesa», prosegue il direttore di Famiglia Cristiana.

Il caso era nato mercoledì scorso quando con un editoriale su Famiglia Cristiana, Beppe Del Colle ha criticato aspramente il governo dopo le accuse di «cattocomunismo» rivolte alla rivista nei giorni scorsi da esponenti del centrodestra. Del Colle ha citato un rapporto dell'organizzazione religiosa francese “Esprit”, che ipotizza per l’Italia un ritorno a nuove forme autoritarie di governo. L’editorialista si è augurato che «non sia vero il sospetto» che in Italia stia rinascendo il fascismo «sotto altre forme».

La risposta non si è fatta attendere: «Di fascista oggi in Italia ci sono soltanto i toni da manganellatore che Famiglia Cristiana consente di usare a Beppe Del Colle», ha detto sprezzante Carlo Giovanardi , sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per la Famiglia. «Questo giornale sta perdendo colpi. Il suo direttore se ne sta beatamente a cullarsi sulle onde di Marettimo e in questo contesto parla di pericolo fascista», ha detto a denti stretti il ministro della Difesa e reggente di An, Ignazio La Russa. Intanto, il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, è arrivato fino al punto di annunciare la querela contro il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, colpevole di aver espresso giudizi «ingiuriosi» sul suo conto in un'intervista al quotidiano «La Stampa».

Sciortino aveva dovuto rispondere già una volta: «Non si hanno argomenti e allora si lanciano accuse fuori luogol. Oggi cattocomunista non significa più nulla» spiegava Sciortino, e «noi usiamo con tutti lo stesso metro». Perché l'unico schieramento riconosciuto dalla rivista dei Paolini è quello «con le famiglie». Così come vengono date precisa priorità sui temi politici, e una di queste è la povertà, sempre più diffusa, su cui «non si fa nulla. Anzi si getta fumo sull'opinione pubblica per nascondere l'incapacità di dare risposte concrete»

«Con le sue parole Carlo Giovanardi, il cattolico Giovanardi - ha detto Sandra Zampa, deputato del Partito Democratico - dimostra che i timori di Famiglia Cristiana sono fondati. La testata ha da sempre espresso autonomia e libertà nella sua lettura della vita politica. Proprio in nome di quell'indipendenza dal sistema politico-istituzionale e dal potere che i cattolici devono coltivare come un bene prezioso. Ma Giovanardi se ne dimentica subito quando l'indipendenza e l'autonomia del mondo cattolico non gli fa più comodo».

«Sembra di sentire ancora i cori d’elogio della destra quando ad essere criticato dal settimanale cattolico era il governo Prodi. Sono passati pochi mesi - conclude Zampa - ma agli esponenti del centrodestra basta poco a cambiare radicalmente idee e dichiarazioni quando è per loro più opportuno».

Nell'editoriale di questa settimana, anticipato mercoledì, Famiglia Cristiana ha attaccato in particolare «la sciocca e inutile trovata di rilevare le impronte digitali ai bambini rom» . «Se ne sono accorti in tutta Europa, dove resta vivo – ha rimarcato Del Colle - l'orrore della discriminazione sociale delle minoranze: quella foto del bimbo ebreo nel ghetto di Varsavia con le mani alzate davanti alle Ss è venuta alla memoria come un simbolo». «Per questo – si legge - il Parlamento di Strasburgo e il Consiglio europeo hanno protestato. Esprit ha scritto: “Gli italiani sono incredibilmente duri contro i romeni e gli zingari”. Sarà “incredibile”, ma è vero. Speriamo - è la conclusione contestata - che non si riveli mai vero il suo sospetto (di Esprit) che stia rinascendo da noi sotto altre forme il fascismo».

 

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