Arriva un’amara notizia per gli amanti dei dolci. A lungo andare, una dieta scorretta e ricca di zuccheri è capace di danneggiare le cellule del cervello che tengono a freno l’appetito, spianando così la strada che porta all’obesità.



La scoperta è di un gruppo di ricercatori guidato da Zane Andrews, neuroendocrinologo dell’università australiana di Monash, che in uno studio pubblicato da Nature indaga i meccanismi che regolano lo stimolo della fame nel cervello. Dopo i pasti, come spiegano i ricercatori, le cellule del cervello che servono a tenere a bada l’appetito (i neuroni Pomc) vengono attaccate dai radicali liberi normalmente prodotti dal nostro organismo.

Se però a tavola ci concediamo troppi cibi ricchi di zuccheri, l’attacco di questi radicali liberi si fa ancora più imponente. Col passare degli anni, queste continue aggressioni danneggiano i neuroni Pomc, che non controllano più l’appetito favorendo l’obesità. «Più zuccheri mangiamo - spiega Andrews - più danneggiamo le nostre cellule blocca-fame. Gli individui più a rischio sono quelli tra i 25 e i 50 anni, perchè i neuroni che impediscono di mangiare in eccesso sono già stati spazzati via». I radicali liberi, specificano poi i ricercatori, attaccano anche i neuroni che stimolano la fame, ma questi, a differenza dei Pomc, sono protetti da una particolare proteina chiamata Ucp2.

Consumare cibi ricchi di zuccheri, quindi, porta ad un circolo vizioso in cui più si mangia più si ha fame. Ma non tutti gli zuccheri sono uguali: quelli più dannosi, come spiega il nutrizionista Michele Carruba, sono quelli semplici, contenuti per esempio nei dolci. «Quando ne ingeriamo troppi - spiega l’esperto - i loro livelli nel sangue raggiungono rapidamente picchi elevati».

Le cellule, che hanno negli zuccheri il loro carburante, sono così costrette a bruciarne grandi quantità in poco tempo, non senza conseguenze. «Quando la cellula ossida gli zuccheri per produrre energia - aggiunge Carruba - si ha la formazione di radicali liberi, che se generati in eccesso possono causare danni». A lungo andare, una dieta squilibrata può dunque creare problemi ai neuroni del cervello, come quelli "blocca-fame", ma in genere a tutte le cellule dell’organismo.

«In particolare - continua il nutrizionista - vengono colpite le cellule del pancreas (cosa che predispone all’insorgenza del diabete) e viene favorito l’aumento di peso»: i radicali liberi, infatti, attaccano i mitocondri, i "motori" delle cellule dove si brucia la "benzina". Se questi vanno fuori uso o perdono funzionalità, gli zuccheri non vengono consumati e si accumulano sottoforma di grasso.

Nessuno problema però per gli amanti di pane e pasta, i protagonisti della dieta mediterranea che non contengono zuccheri semplici ma complessi come l’amido. «Questi alimenti - rassicura Carruba - non creano problemi perchè liberano glucosio lentamente e non generano picchi pericolosi di zuccheri nel sangue».

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