Da Torino a Enna, 150 manifestazioni

 

«Governo svegliati! Il Paese sta perdendo colpi e l'occupazione sta andando indietro.

 Governo svegliati perché una parte del Paese non ce la fa più». Guglielmo Epifani, segretario della Cgil, prova a lanciare un disperato appello al governo. Il suo, quello a scendere in piazza contro le politiche economiche di Tremonti, l’hanno raccolto in decine di migliaia in tutta Italia. Centocinquanta manifestazioni, da Torino a Enna. Solo a Roma, secondo gli organizzatori, sono diecimila.
Piazza Farnese, in effetti, è stracolma. Sono pensionati, studenti, madri e padri, lavoratori di ogni categoria: tutti scesi in piazza perché non ne possono più di sentir parlare di tagli. Quelli alla scuola, sabato mattina, sono quelli che meno vanno giù. Perché non riguardano solo chi tra i banchi ci lavora e rischia il posto, ma riguarda tutte le famiglie, preoccupate non solo del livello di istruzione dei loro figli, e delle ricadute del maestro unico voluto dalla Gelmini, ma anche delle conseguenze che la riduzione dell’orario scolastico avrà sulle loro vite. Perché se non hai la certezza di avere un figlio a scuola, devi trovare alternative: rinunciare al lavoro, o trovare i soldi per pagare una baby sitter. Per questo, ha annunciato Epifani, «se le cose non cambiano andremo allo sciopero generale».
Si torna in piazza a pochi giorni dagli attacchi del governo alla Cgil, accusata di essere irresponsabile, di non lavorare per l’interesse collettivo. E ora che si è firmato, Epifani si aspetta «le scuse da parte di chi voleva fare senza la Cgil e ha accusato la Cgil di giocare allo sfascio: noi volevamo salvare l'Alitalia – ha spiegato il segretario - rispettando la dignità dei lavoratori, dicendo no a ultimatum e ricatti, facendo il nostro lavoro, niente di più niente di meno. C'erano 3mila precari di cui nessuno parlava, abbiamo ottenuto per loro una speranza. Questo è l'orgoglio nostro più grande, questo è l'orgoglio mio personale più grande».
Ma in piazza ci sono anche altri lavoratori, quelli delle mille Alitalia che ogni giorno sfiancano il Paese. Cooperative che chiudono, licenziamenti in tronco, contratti che scadono ogni tre mesi, gravidanze non gradite. Insomma, quelli che stanno vedendo morire i loro diritti. Per questo la Cgil è in piazza, dicono dal palco, per «riportare le persone alla luce». E in così tanti hanno avuto voglia di tornare a “farsi vedere”, come dice una mamma alla figlia che si lamenta perché ha sonno: «Ti ho fatto alzare perché devi capire che non tutto è scontato».

 

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