GENOVA  - Lacrime e polemiche nel giorno dei funerali di Daniele Macciantelli, l'assistente capo della Polizia di Stato ucciso lunedì sera con una coltellata da uno squilibrato durante un intervento in un appartamento di Genova-Prà.

In piazza e nella cattedrale di San Lorenzo, gremite soprattutto da agenti e militari di tutte le forze dell'ordine, la maggior parte in divisa, sono state molte le lacrime versate per la perdita di Daniele, un poliziotto che aveva "la divisa nel cuore", proprio oggi, nella ricorrenza di San Michele Arcangelo, santo patrono della Polizia. Ma non è mancata anche qualche polemica, velata, nelle parole del fratello della vittima, Ottaviano, che nel suo intervento in chiesa ha auspicato "che episodi simili non avvengano più, e che le persone con problemi mentali ricevano cure più adeguate".

Polemiche più aperte, invece, da parte di alcuni colleghi di Macciantelli, che sottolineano come "interventi di questo genere comportino una preparazione e dotazioni adatte, come quelle della Polizia municipale, preposta a questi interventi". A trasportare il feretro in spalla sono stati gli stessi colleghi di Daniele del Reparto prevenzione crimine Liguria, che dal giorno della sua morte gli sono stati accanto e lo hanno vegliato portando sostegno ai familiari. A salutare l'arrivo in piazza della bara avvolta nel tricolore è stato, invece, un picchetto d'onore dei poliziotti del sesto Reparto mobile della caserma di Genova Bolzaneto dove nei giorni scorsi, nella cappella consacrata, era stata allestita la camera ardente. Poco prima, alle nove, era arrivato il capo della polizia, il prefetto Antonio Manganelli, col vice Nicola Izzo e il direttore centrale dell'Anticrimine Francesco Gratteri. Manganelli si è seduto in prima fila, e nel corso della funzione religiosa, dopo aver scambiato un segno di pace con i familiari della vittima, ha appoggiato la mano sulla bara. Vicino a lui, tra gli altri, il sindaco Marta Vincenzi e il prefetto Anna Maria Cancellieri. Dall'altro lato, sempre in prima fila, i familiari di Macciantelli. Tra questi il fratello Ottaviano, la mamma Maria Rosa, la sorella Milena che ha stretto una rosa bianca in mano durante tutta la celebrazione e la fidanzata Loredana, che sono stati salutati affettuosamente dal cardinale Angelo Bagnasco, che ha officiato la cerimonia. "La figura e le circostanze della morte di Daniele rivelano una grandezza spirituale e morale non esibita, declinata nella quotidianità della vita - ha detto il cardinale in un passaggio della sua omelia - a tutti voi appartenenti alla Polizia di Stato, che ogni giorno dedicate energia e vita per la sicurezza di tutti contro ogni forma di criminalità, disagio e squilibrio rinnovo la mia stima grata. La gente vi vuole bene: essa intuisce le vostre fatiche e i rischi, e in queste drammatiche circostanze vi è particolarmente vicina". Un lungo applauso ha salutato l'uscita del feretro dalla cattedrale e il suo ingresso in piazza, dove erano presenti anche molti giovani che frequentavano con Macciantelli la palestra di arti marziali. "Come avete potuto vedere la gente ci è sempre vicina" ha detto il capo della Polizia Manganelli, lasciando la cattedrale. "Ci sono motivi di reciproca vicinanza - ha aggiunto - è vero, questa è una giornata di dolore e ci sono cicli di dolore, ma ci devono essere anche cicli di gioia". 

 

Fonte