Luca Bianchini, il presunto stupratore seriale della capitale,  sarebbe stato riconosciuto da altre due donne, vittime di un tentativo di aggressione.

Gli inquirenti avrebbero mostrato loro delle foto dell'uomo e l'avrebbero riconosciuto. Le due donne, che avrebbero reagito al tentativo di violenza mettendo in fuga il maniaco, si aggiungono alle tre vittime dei tentativi di stupro compiuti tra aprile e luglio a Roma. Per questi episodi Bianchini è accusato soprattutto in base all'esame del Dna. Lui continua a negare e dice che vuole effettuare un altro test con periti di fiducia, tuttavia gli esperti affermano che le possibilità di errore sono minime. 
Intanto dagli investigatori, che ieri hanno mostrato un piccolo museo dell'orrore custodito in casa dell'indagato, comprese bambole per riti woodoo,  emergono altri dettagli.  Al termine dell'aggressione Bianchini rubava gli slip alle sue vittime. La biancheria intima delle donne, come pure  il passamontagna nero che indossava, non sono stati trovati durante le  perquisizioni avvenute nell'abitazione del contabile, ma gli investigatori sono convinti che li ha nascosti altrove. 
La doppia vita di Bianchini frattanto continua a sconcertare. Non solo gli amici e i simpatizzanti del circolo del Pd del Torrino che lui coordinava, ma anche la fidanzata, una donna molto riservata, continua esprimere stupore per la vicenda in cui si è trovata coinvolta.
Incredula, ha ribadito, al pari di tutte le altre persone ascoltate, di non aver mai notato nulla di strano. "Non mi sono mai accorta di nulla, sono una persona molto riservata". Non avrebbe mai notato i video porno nè altri particolari imbarazzanti, e oltretutto avrebbe frequentato poco la casa dove Bianchini viveva da solo.


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