di Gian Maria Aliberti Gerbotto
Le intercettazioni? I favori sessuali? Tutto già perdonato. E in un'estate sotto tono le soubrette tornano a fare le dive
Elisabetta Gregoraci
Specchio, specchio delle mie brame. Dimmi chi è la più bella del reame... All'inizio dell'estate anche lo specchio avrebbe esitato. Bellezza e monarchia uguale scandalo. E quel marchio d'infamia più che sui residuati di casa Savoia si era stampato su una larga categoria femminile, caratterizzata dalla desinenza in 'ine': veline, letterine, vallettine, soubrettine e tante altre variazioni sul tema. Tutte sprofondate nell'abisso da una pioggia torrenziale di intercettazioni: divani della Farnesina dove inginocchiarsi, anchorgirl rapite in jet dai padroncini del calcio, aspiranti primedonne trattate come una "vera porcella doc", "bamboline" che si concedono nel sogno di una comparsata televisiva. Quello tsunami giudiziario è riuscito persino a scuotere le coscienze di un popolo dai principi labili come il nostro: Gregoraci, Monsè & Co hanno catalizzato lo sdegno di un'intera nazione, in un coro da linciaggio medievale. Disarcionate dal cavallo di viale Mazzini, bandite dalle feste, trasformate in desaparecide della mondanità danzante: 'Alla gogna! Alla gogna!'.
Ma la morale degli italiani è sempre precaria: ha un contratto a tempo, scaduto in fretta. Giugno era un'estate fa: tutto è già dimenticato, fino all'assoluzione comminata da Berlusconi in persona a Elisabetta Gregoraci: "Non hai fatto niente di male". E l'annuncio: a Mediaset c'è posto per te.

Fine della scomunica. E poco importa che non si trattasse di veline doc, le ragazze zompettanti inventate da Antonio Ricci: le protagoniste dello scandalo non erano nemmeno letterine o schedine o satiriche letteronze. Non avevano neppure la fama effimera delle dive usa e getta partorite dai reality o delle troniste di Santa Costanza de Filippi. Ma dai peccati di Gregoraci e Monsè è stata travolta tutta la galassia indefinita delle stelline, quel grande magma dove la bellezza rischia di diventare una pecca e una calamita di maldicenze perfino per chi la carriera se l'è costruita da sola come Ilaria D'Amico. I nastri delle procure hanno tolto il tappo a bottiglie cariche di veleni, distillati in anni di rancori ed invidie. Piccole grandi vendette coltivate da tempo hanno innescato un effetto a catena. Scheletri dalla coscia lunga dimenticati negli armadi di Saxa Rubra hanno aperto la bocca evocando avance di tempi andati e persecuzioni recenti.

Come le frasi scongelate di Stefania Orlando sulle insidie delle mani lunghe negli uffici della Rai: "Sono pentita e se potessi tornare indietro terrei la bocca chiusa", spiega a 'L'espresso': "Quella era una vecchia intervista, ripescata nel momento più torbido. L'uomo di cui parlavo, poi, quel potente dall'avance facile non era nemmeno un dirigente della tv. Buffo? No, perché mi hanno messo nella lista nera di viale Mazzini. Sono due anni che non lavoro per loro. La storia non è cambiata: serve una raccomandazione, un appoggio politico. Mediaset è diversa: a settembre vedremo". Ma l'Orlando poco furiosa ha altre idee esplosive: "Sono in tournée con la mia band, i City Kaos. Canto successi anni Sessanta. E presto uscirà il mio singolo, il remake di 'Arriva la bomba' di Dorelli. Insomma non avrò la depressione per carenza di video. Ci sono concerti, ospitate, convention: si guadagna lo stesso".

L'onda di piena si è ritirata a tempo record. E le belle signorine sono tornate a galla. Sia chi si è esposta persino più di quanto facesse in video, sia chi è rimasta a fare il pesce in barile. Perché alla fine l'unico con il cerino in mano sembra essere Cristiano Malgioglio, bandito invece per avere retto troppe volte il moccolo, mentre il resto della compagnia di ballo è già tornato sul palco e sul cubo delle discoteche. Come prima, più di prima. Tra cachet con tre zeri per serate ferragostane, esclusive ai rotocalchi e palinsesti autunnali, hanno già riconquistato le luci del ribaltone.

Maria Monsè, una delle Sottile girls, sembrava scomparsa tra le fiamme dell'autodafè che l'avevano incenerita insieme al suo libro. Invece no: solo una sosta in sala parto, poi è di nuova su pista. Senza nulla da rimproverarsi: "Ho altro a cui pensare, non certo a queste cazzate", replica al telefono. Oltre alla piccola Perla, la cicogna le ha portato anche un bel contrattino, per una fiction soap in zona Mediaset. Titolo e cifre, top secret. Ma la sua vita era già cambiata prima di Sottile. Tutto in una sera. La sua carriera andava tra alti e bassi: dai cartoni animati a giochi, passando attraverso tanti flop per ottenere un suo angolo da oracolo a 'Domenica In', dove somministrava agli italiani pensieri così generici da apparire profondi. Il suo favorito? "Quello che prendi perdi, quello che dai rimane a te e agli altri". E perché dannarsi per salire le scale del successo se si può arrivare all'attico senza fatica? Basta prendere l'ascensore. In un sera di ottobre 2005 conosce Salvatore Paravia, ricchissimo erede della dinastia degli ascensori, tre mesi dopo lo sposa. E si pavoneggia con TgCom: "Sì, ricorda un po' a Ricucci, ma non chiamatemi Lady Finanza. Preferisco essere chiamata Lady Amore", diceva candidamente prima che i nastri della Farnesina la definissero "vera porcella doc". Lady Amore ha poi spiegato che la sua fortuna era dovuta ad affari di cuore: obbligava il papà cardiologo a curare politici e capistruttura Rai. Qualcosa però avranno pesato anche le sue stoccate: ogni intervista una selva di frecciate al curaro. Contro Silvia Rocca, contro Katia Noventa, contro Ripa di Meana, contro Alba Parietti. Fino alla sfida finale, l'eliminazione diretta della capoliste di Vallettopoli: "Dovevo fare il reality di Carlo Conti, invece me l'ha soffiato la Gregoraci". A proposito, tra caduta e resurrezione le sono bastati 60 giorni: il 27 luglio era già madrina del premio Charlot, tra le colonne di Paestum.
Un'altra che non le mandava a dire è Paola Saluzzi, angelo caduto e un po' vendicatore che si era votata al suo Salvo di An cercando un riscatto dalle angherie della Rai. Anche lei resta al suo posto, nel suo purgatorio satellitare. E passa l'estate a distribuire trofei, come il premio Faraglioni. "Conseguenze? Nessuna. È tutto come prima. Tanti convegni e convention, poi prosegue il mio impegno su Raisat2000. Agosto è stato tutta vacanza, meritatissima". E settembre? Le intercettazioni le hanno insegnato la virtù del silenzio: "I progetti ci sono, ma non ne parlo. Sono scaramantica" Altrà età le veline. Che, in un estate talmente piatta da trasformare in evento persino la cartella clinica di Flavio Briatore, sono inevitabilmente rimaste le uniche a tenere banco. Certo, la caratura non è più quella di una volta. E la 'titolare' Melissa Satta si trova ad amoreggiare con un Bobo Vieri senza maglietta e così poco famoso da vedersi soppiantato sull'Isola da Raul Casadei. Altri tempi quando i cartelloni della sua foto con i dieci zero dell'ingaggio nerazzurro dominavano le città. Anche all'epoca aveva al fianco la 'titolare', ma si trattava di Elisabetta Canalis che adesso tra sitcom e conduzioni cerca di fare il salto di qualità. E infatti cattura i paparazzi per il flirt con Gabriele Muccino, irascibile, rissoso ma pur sempre regista con un film copiato pure ad Hollywood.

Dal capitolo giustizia&spettacolo riappare Anna Falchi, ben pagata per incoronare regine e reginette e forse cancellare così Regina Coeli e le prigioni dietetiche del suo Ricucci, ora più asciutto nel fisico e nel bilancio. Il mucchio segue, senza scatti, senza soliste: ha trovato l'ultima spiaggia nel locale di Lele Mora a Porto Cervo, così giù di tono da beccare pure una multa per alcolici senza licenza. Elena Santarelli con l'ennesimo calendario sponsorizzato da un marchio di elettrodomestici: nudi poco domestici e molto elettro. Ci sono quelle che puntano alto. Vedi la Portofino idilliaca dell'ex letterina Benedetta Massola e Lapo Elkann. O la sua collega Silvia Toffanin che ha blindato Piersilvio Berlusconi più della par condicio. Senza però tenere lontano il misterioso paparazzo che ha scatenato un'ondata di diffide preventive dell'erede del Cavaliere in tutte le redazionid'Italia. Aida Yespica invece è diventata prodotto d'esportazione: sbarca sull'Isola spagnola e si concede il lusso di disertare l'inaugurazione di Lele Mora. Lì Ana Laura Ribas, alla soglia degli anta, invoca altre intercettazioni. E sentenzia:"Se l'avessi data avrei passato 15 anni a fare la paperetta, la velina, la prezzemolina e tutte le altre ine".

Chi invece si ritrova letteralmente presa per il didietro è Ilaria D'Amico, immortalata mentre il compagno le dimezza il bikini a posteriori. Giugno si era aperto con le intercettazioni di Moggi Jr e le prediche della di lui moglie. Ricordate? Il volo galeotto a Parigi con aereo privato ma camere separate. Un ratto delle sabine in versione pallonara. "Il mio è stato un rifiuto e null'altro, perché avrebbe dovuto crearmi problemi?", risponde a 'L'espresso'. "Io non sono una valletta: faccio la giornalista e ho sempre puntato sui binari delle mie capacità. E poi vallettopoli e la mia vicenda sono distanti come il Polo e l'equatore". E dopo? "Non è che questa involontaria esposizione mi farà cambiare strada: non passo certo a fare Paperissima. C'è in ballo invece un programma diverso, un approfondimento su temi politici e sociali".

Infine lei, la Gregoraci, quella che veniva accompagnata dall'autista presidenziale, quella che grazie a Salvo aveva messo le mani sul 'Malloppo', quella demolita dal maschio eloquio di Sottile. Un rapido esilio a Parigi, poi la cura Briatore la mette sul podio: Venere silenziosa della Magna Grecia. Silvio Berlusconi l'assolve: "Cosa hai fatto di male" e con un impeto di filantropia le offre una laurea a Mediaset con tanto di, impetuoso, bacio accademico. "Mi sentivo pressata dalle domande, l'interrogatorio è una forma di violenza": ha detto lei, smentendo le dichiarazioni firmate davanti al pm. Musica per le orecchie del Cavaliere, che ha sentito spesso le stesse frasi pronunciate da altri suoi accoliti: ricordate David Mills? Parole che in altri tempi le avrebbero potuto fruttare anche una poltrona a Montecitorio, magari in commissione Giustizia. Adesso Elisabetta si dovrà accontentare dell'amore di Briatore e di una scrittura a Segrate. Sottile, le auto blu di Palazzo Chigi, tutto dimenticato. Anche Maurizio Costanzo conferma il proscioglimento con un editoriale su 'Chi': "Inconsapevolmente coinvolta... Mi sfugge il motivo per cui una bella ragazza deve pagare il conto di esserlo". E nell'invocare l'indulto per Malgioglio, Costanzo chiude però la sua arringa con un versetto satanico: 'Andiamo care, è ora di amare sul Raccordo Anulare'. Un folgorante Ennio Flaiano, il migliore degli epitaffi su Vallettopoli.

Ma che Cultura è questa?

Non c'è limite al trash. E quando si pensava di avere visto tutto, ecco l'ennesimo colpaccio di Antonio Ricci che trasforma la spazzatura in oro. Come spiegare altrimenti il successo di 'Cultura moderna', format estivo creato dal maestro dello show popolare? Ricci ha bollito insieme la Corrida e i giochi a premi, condendoli con mezzo milione di jackpot e il solito Teo Mammuccari a fare il domatore di celebrità decadute e dilettanti allo sbaraglio in una scenografia finto estiva. Il risultato è da basso impero, ma funziona. Nato come programma di disturbo contro Pupo, che grazie all'impresa disperata della scorsa estate è diventato un colosso della tv balneare, 'Cultura moderna' si è imposto a razzo. Ha rubato alla Rai qualche curva di tifosi nelle fasi più noiose delle partite mondiali, poi è decollato: 5 milioni e mezzo di spettatori, 30 per cento di share. Accanto al Gabibbo, la new entry Juliana Moreira oscura anche la bellezza della velina Thais Wiggers, protagonista di un flirt con Mammuccari. Il trionfo del nulla è tale che la trasmissione proseguirà a settembre. E fa sorgere dubbi sullo stato della nazione: che sia Antonio Ricci l'unico a capire gli italiani?