di Paolo Pontoniere
In 20 mesi il sito per lo scambio dei video è diventato la nuova tv globale dei giovani. Vale già un miliardo di dollari
Se si vuol vedere quello che accade davvero nel mondo basta cliccare su YouTube. Il sito per scambiarsi video lanciato nel gennaio del 2005 da Chad Hurley e Steve Chen, due ventenni californiani, è diventato il portale dal quale oggi si può lanciare uno sguardo sul pianeta senza temere le manipolazioni delle major tv. Il meccanismo è semplice: chiunque può pubblicare lì i suoi video digitali e chiunque può vederli via Internet. Autogestito, creativo, veloce e facile da usare, in meno di due anni YouTube è riuscito a superare Yahoo!, Msn Video e Google. A YouTube sono ricorsi sia i libanesi che gli israeliani per raccontare la guerra del luglio scorso, con reportage video che mostravano i bombardamenti dal punto di vista delle vittime. Visitatori giornalieri: oltre 30 milioni. A You Tube s'è rivolto il governo inglese per pubblicizzare le iniziative di Downing Street. Esempio seguito da Washington, dove la Casa Bianca ha deciso di caricare gli annunci pubblici, soprattutto nella campagna antidroga, su YouTube. "è la vera tv giovanile del futuro", dice Cobie Harris, professore di Scienze politiche alla San José State University: "Mentre i colossi dell'etere si trastullano con mille ipotesi per attrarre il pubblico under 25, i giovani hanno creato il loro canale indipendente e ora l'industria dell'intrattenimento gli deve star dietro".

Cento milioni di abbonati e cento milioni di video trasmessi quotidianamente (ma il numero cresce al ritmo di 30 mila al giorno) YouTube è diventato il fenomeno Internet dell'anno. Una progressione impressionante se si pensa che 12 mesi fa contava meno di nove milioni di iscritti.

E così, in poco tempo, questo sito è diventato anche un Santo Graal del business. Lo inseguono le major hollywoodiane nella speranza di portare i loro trailer sui monitor di milioni di giovani spendendo poco e niente. A marzo la Deep Focus (che rappresenta la 20th Century Fox, la Miramax, la Sony e la Hbo) ha siglato un accordo con YouTube per la trasmissione in anteprima di trailer: il primo film, 'Scary Movie 4', nella giornata di debutto ha totalizzato 437 mila visitatori. Ma YouTube è corteggiato anche dalle grandi catene tv che vogliono pubblicizzare i loro serial: Mtv ha esordito con la pubblicità di 'SportsBender', un programma di curiosità sportive aperto a metà settembre, mentre la Nbc utilizza YouTube per lanciare le anteprime di 'Heroes' e 'The Office'. Lo adottano anche le case discografiche: ad agosto Paris Hilton, scuderia Fox, ha presentato il suo nuovo cd 'Nothing in the World' su YouTube. Risultato: 750 mila hit in pochi giorni. L'esperienza della Hilton ha fatto scuola: Warner Music, terza casa discografica del mondo, a metà settembre ha annunciato un accordo con divisione paritaria dei proventi per la distribuzione dei suoi artisti su YouTube. Così adesso gli abbonati del sito non solo potranno guardare gratis i video della Warner, ma pagando un prezzo minimo potranno anche utilizzare legalmente la musica di artisti del calibro dei Led Zeppelin, Green Day e Linkin Park. L'iniziativa della Warner ha convinto Sony e Universal a intavolare trattative con il sito di San Mateo. Secondo una stima di Fred Wilson, venture capitalist della Union Square Ventures, in questa maniera YouTube potrebbe generare ogni anno sui 400 milioni di dollari di profitto. Secondo Steve Lidberg, analista della Pacific Crest, "l'accordo con le case discografiche sarà una fonte di guadagno enorme per YouTube. In quel senso, almeno sul piano dei video e dei film, ora è YouTube il concorrente da battere, più ancora di iTunes, il sito di musica e video della Apple".

YouTube ha anche altre frecce al suo arco. Come la pubblicità: 'The Pulse', un esempio di videospot in cui l'inserzionista pagava in base al numero delle cliccate, ha avuto un tale successo da indurre altri all'emulazione. La Volkswagen sta utilizzando YouTube per lanciare la GTI Mk5 e la Nike l'ha usato per introdurre un commercial con Ronaldinho. Inoltre il sito di San Mateo si è inventato anche delle proposte commerciali dirette ai suoi abbonati: come il 'Brand Channel', un'area per professionisti o aspiranti tali che lì possono vendere i loro prodotti (musica, film e video indipendenti). "YouTube ormai vale circa un miliardo di dollari", dice Adam Sinnreich, direttore della RadarResearch, che non esclude offerte - anche a breve - da parte di mega corporation tipo la Sony. Mica male, visto che per fondarlo i due ragazzi, Hurley e Chen, avevano speso, grazie a un investimento della Sequoia Capital, meno di 3 milioni di dollari.

Un leader per sette rivali

Soapbox Appena lanciato da Microsoft (è ancora in fase beta) si propone come concorrente diretto di YouTube. I video potranno essere riprodotti a schermo intero o finestra senza doverli ricaricare ad ogni apertura, come avviene su YouTube.

Google video Lanciato a gennaio al Ces di Las Vegas, offre i telefilm della Cbs a pagamento e permette ai privati di mettere in vendita i propri filmati.

Eefoof.com A differenza di YouTube, Eefoof offre di spartire i proventi pubblicitari con chi carica i video. è stato fondato a giugno di quest'anno da tre ventenni che non si sono mai incontrati di persona (interagiscono via Web), il cui portavoce e Ceo è Kevin Flynn.

Guba.com Creato nel 1998, è probabilmente uno dei più vecchi siti per il videosharing presenti sul Web. A giugno di quest'anno ha siglato un accordo con la Warner Bros. per la distribuzione del suo materiale cinematografico. Thomas McInerney, il suo Ceo, dichiara introiti attorno ai 12 milioni di dollari l'anno.

Panjea.com Anche Panjea offre di dividere gli introiti pubblicitari con i suoi abbonati. Inoltre quelli che lo desiderano possono alternativamente decidere di devolvere i loro incassi alla preservazione dell'ambiente, donandoli a un gruppo ambientalista. A differenza di altri siti, Panjea, che ha una caratterizzazione fortemente musicale, invita i suoi membri a fare affari l'un con l'altro vendendo musica, foto e video. Seth Alsbury ne è il fondatore e amministratore delegato.

Revver.com Fondato nel 2004 da Steven Starr e Ian Clarke, è on line dal 2005 e propone un sistema per la condivisione degli utili con gli utenti. è stato lanciato da Los Angeles con capitali della Turner Broadcasting, della Comcast Interactive Capital e di William R. Hearst III.

Blip.tv Fondato da un gruppo di cinque amici newyorchesi, Blip.tv è considerato il più politicizzato dei siti di video blogging esistenti in lingua inglese. Offre programmi televisivi via Internet ed è guidato da Henry Hidack.