di Francesco Bongarrà

ROMA - Alla Camera scoppia la rivolta dei deputati dell' ultimo banco. La guida Alessandra Mussolini , che su quello scranno in 'piccionaia' che le è stato assegnato nell'Aula della Camera dal gruppo del Pdl non ci vuole proprio restare: troppo scomodo. E inscena una vera e propria protesta per cambiare posto, sostenuta dagli altri parlamentari finiti nell'ultima fila.

 Da oggi a Montecitorio i seggi in Aula sono definitivamente assegnati: a norma di regolamento, ogni parlamentare può votare solo dal posto con la targhetta del suo cognome che gli è stato assegnato dal gruppo a cui è iscritto. Fine del 'free seating' di inizio legislatura, che consentiva a ognuno di votare da qualunque postazione. Ma quando la Mussolini scopre il posto che le è toccato, nell'ultima fila in alto dell'Emiciclo, diventa una furia: "O ci mettete il seggiolone e magari qualche giochino per intrattenerci o qui ci mettete i ministri, i sottosegretari ed i deputati che in Aula non ci vengono mai", protesta la parlamentare del centrodestra.

 "E' vero, qui è come la striscia di Gaza", le dà man forte Mario Pepe, un altro 'sfortunato' come lei confinato all'ultima fila. Il vicepresidente Maurizio Lupi allarga le braccia. "L'assegnazione dei posti non compete alla presidenza ma ai gruppi parlamentari. Comunque ne riparleremo", promette ricordando che nella scorsa legislatura il proprio posto era proprio "in piccionaia". Ma la Mussolini non demorde. Acchiappa la propria scheda, lascia il suo scranno e scende svelta al banco del governo. Lì, con gesto di sfida, inserisce la scheda in un dispositivo di votazione e si accomoda al posto vuoto di un sottosegretario. Immediata la reazione dell'Idv. "Che ci fa la Mussolini seduta lì?", chiede il capogruppo Evangelisti. Lupi invita la Mussolini a lasciare il banco del governo,facendo intendere che le si troverà un posto migliore. Ma la pasdaran del centrodestra si sposta al banco di Rosy Bindi, momentaneamente libero, e si improvvisa sindacalista dei parlamentari finiti in piccionaia: "Lì non si può lavorare; non si può votare; non si segue bene l'Aula; non si vede il dito del capogruppo che dà l'indicazione di voto; non ci si può stare. Spostateci tutti".

Dall'ultima fila, si spella le mani ad applaudire Gabriella Carlucci con altre due deputate del Pdl che le siedono accanto. Da destra e sinistra si sentono mugugni, mentre il leghista Cota sottolinea amaramente: "Con tutti i problemi che ci sono nel nostro Paese è una vergogna che si perda tempo a discutere della comodità delle poltrone in Aula". Interviene, durissimo, anche l'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini: "Qui si sta finendo nel ridicolo. Il presidente imponga ai deputati di starsene nel posto che è stato loro assegnato". Parte l'applauso bipartisan, e la Mussolini torna finalmente al suo posto. Ma prima passa da Casini, e lo affronta a muso duro. "Vienici tu a sederti là sopra", sbotta. E, quando il leader dell'Udc cerca di interloquire, lo interrompe: "Ma va la! Vai a fare tu il piccione in piccionaia, vai a vedere come si sta...".

 

Fonte