De Pierro: “Questa legge elettorale favorisce un Parlamento occupato dai condannati”

 

 

“La politica è uno spettacolo scadente”, così Antonello De Pierro, presidente di Italia dei Diritti, commenta la situazione che si è venuta a creare dopo l’approvazione dell’attuale legge elettorale. “Assistere ad uno show del genere è alquanto deprimente.

 Questo vergognoso regolamento, varato da un irresponsabile governo Berlusconi e non cambiato da un inetto governo di centro sinistra, costringe i cittadini ad essere spettatori inermi e impotenti di scene paradossali nella politica ormai giunta al teatrino”, asserisce De Pierro che rincara la dose è sottolinea, “sul proscenio troneggiano cariatidi ormai consunte che farebbero bene a mettersi da parte piuttosto che elemosinare scranni sicuri in parlamento per avere la certezza di posarvi saldamente le terga”.
Una legge che causa una situazione antidemocratica e perciò anticostituzionale per il presidente di Italia dei Diritti che aggiunge: “Tutto ciò annulla e mortifica i principi della democrazia schiacciandoli inesorabilmente con i cingoli dell’arroganza. La Costituzione sancisce la sovranità del popolo, anche se il popolo stesso con questa legge elettorale non ha alcun potere espressivo e decisionale”.

I riferimenti di De Pierro sono rivolti anche alla diatriba scaturita tra Radicali e Pd, per le nove candidature “assicurate” agli alleati del partito di Pannella. “Se andiamo a vedere nello specifico le rivendicazioni dei pannelliani”, dice De Pierro, “sarebbe auspicabile per il bene della Nazione che questi spariscano completamente dalla scena politica”. Le ragioni di questa netta presa di posizione non sono infondate, perché “tra i posti rivendicati che, a parere dei Radicali, non avrebbero alcuna possibilità di elezione c’è quello di Elisabetta Zamparutti”.
La probabile candidata in Basilicata è compagna di Sergio D’Elia, parlamentare uscente della Rosa nel Pugno, pregiudicato, condannato a 30 anni, ridotti poi a 12, per l’omicidio di un poliziotto. “Proprio grazie alla legge “Porcellum” “, mette in luce il presidente, “i radicali non avevano fatto eleggere, ma bensì posizionato in Parlamento D’Elia, poi escluso dalle liste del Pd proprio per il suo trascorso terroristico, come dirigente di Prima Linea”. Accanto a De Pierro, Roberto Soldà, segretario romano dell’Italia dei Valori che concorda pienamente, caldeggiando la linea portata avanti dal partito di Di Pietro per un Parlamento pulito. “I Radicali”, conclude il presidente di Italia dei Diritti, “ingannando gli italiani e prendendosi gioco della famiglia del poliziotto, Fausto Dionisi, assassinato proprio da D’Elia, hanno pensato bene di lasciare il posto in Parlamento in famiglia”.