Un camice bianco in tv e lo share esplode. I medici sono i nuovi eroi della fiction. Dagli Usa all'Italia
Hugh Laurie, protagonista del Dr. House
Non si può dire che sia il fascino del camice: il nuovo protagonista in corsia non lo indossa nemmeno. Ha risposte caustiche e modi bruschi. Capitasse di incontrarlo all'Asl verrebbe voglia di dirgliene quattro: se non fosse che poi, quando i sintomi sono indecifrabili, è il medico geniale capace di individuare il problema. Ai suoi casi si sono appassionati in 5 milioni: gli spettatori della seconda serie di 'Dr. House-Medical Division', trasmessa da Italia 1, terzo telefilm più visto della storia, share che ha sfiorato il 20 per cento anche quando la concorrenza mandava in onda la finale de 'L'isola dei famosi'. E l'interprete, Hugh Laurie, attore britannico educato a Eton, definito dal magazine americano 'Tv guide' uno dei sei divi più sexy della tv, è entrato a pieno titolo nell'immaginario femminile. Dove alloggia ormai un discreto numero di camici bianchi, essendo il ruvido House solo l'ultimo di un campionario da cui tutte vorrebbero farsi curare.

Il dottor Shepherd, alias Patrick Dempsey, è il chirurgo di 'Grey's Anatomy' (nuovi episodi previsti a gennaio su Italia 1), altra gran bella faccia nella top six di 'Tv guide'. Sono medici (piacenti) anche i protagonisti di 'Nip/Tuck', Julian McMahon e Dylan Walsh, o il tirocinante Zach Braff, giovane interprete di 'Scrubs-Medici ai primi ferri'. E prima di loro ha fatto sognare un ricovero George Clooney nei panni del dottor Ross di 'E. R.'.

In realtà le prime a soccombere erano state le ragazze degli anni Sessanta con il capostipite del genere, il fascinoso dottor Kildare-Richard Chamberlain. Ma da dove viene il fascino dello stetoscopio? "Il dottore, inteso come ideal-tipo, è quello che risolve la situazione", suggerisce Nora Rizza, docente di Sociologia dei media all'Università di Bologna: "È il confidente con cui c'è anche una certa fisicità. Però ogni serie ha una sua cifra specifica: l'attrattiva del dottor House, ad esempio, viene dall'anticonvenzionalità. Negli atteggiamenti scorbutici, ma anche nel modo di operare alla Sherlock Holmes: cerca le cause della malattia come un detective indaga su un reato".

Così le cliniche sfilano sempre più spesso sugli schermi: dopo 'Un medico in famiglia', anche Rai Fiction sta preparando una serie tv dal titolo 'Medicina generale'. "L'ospedale è un microcosmo elettivo", prosegue Rizza: "un coacervo di situazioni ideali per far svolgere delle storie. Un luogo di passaggio, come una stazione o un aeroporto, ma dove entrano in gioco emozioni più forti". Vi si intrecciano tragedie e flirt, lavoro e sentimenti. "In 'Grey's Anatomy' è più evidente un innesto della soap nel genere medico", sottolinea Leo Damerini, autore del 'Dizionario dei telefilm' (Garzanti): "Mentre in 'Dr. House' lo stile è più investigativo. Entrambi sono profondamente diversi dalla serie del dottor Kildare, dove era scontato l'happy end".

I nuovi camici bianchi sono antieroi mal rasati e inquieti, dalla vita privata disordinata, alle prese con casi difficili o disperati, a volte la morte. La realtà, insomma. "Il mondo dei telefilm è cambiato dopo l'11 settembre", spiega ancora Damerini: "Ha perso la sua spensieratezza. I racconti si sono fatti più drammatici. Gli Stati Uniti non hanno più voglia di ridere, ma di mettersi davanti allo specchio: lo si vede nei finali, non più lieti ma sospesi, spesso lasciati allo spettatore. Così i telefilm sono diventati quasi delle sedute psicoanalitiche". Non più il divano dell'analista, ma quello di casa. In compagnia di personaggi più reali dei reality: parola di esperti. E di Auditel.