Il ventiduenne centrocampista si è spento dopo due giorni di agonia. La morte del giocatore del Siviglia non commuove l'Uefa: venerdì la Supercoppa contro il Milan

 

LAURA BANDINELLI e ARANCHA RODRIGUEZ
Il sito del Siviglia non ha più colori: solo uno sfondo bianco e tanto nero. Il centrocampista Antonio Puerta, 22 anni, ha smesso di vivere ieri alle 14,30, dopo che nove arresti cardiocircolatori avevano strapazzato il suo corpo, catapultandolo con violenza in un coma irreversibile. Si era sentito male sabato, durante e dopo la partita con il Getafe, e da quel momento il mondo del calcio ha sperato inutilmente in un miracolo. I compagni hanno appreso la notizia mentre si trovavano ad Atene con zero voglia di giocare il preliminare di Champions con l’Aek. L’Uefa ha agito come il più pignolo dei burocrati: ha aspettato che fosse comunicato il decesso per far sapere alle due squadre che la gara prevista per la sera era rimandata. Come se il dolore avesse bisogno di essere certificato. Senza il dramma lo show -Champions sarebbe andato avanti, invece slitta al 3 settembre.

Per la partita contro il Milan, in programma venerdì, non c’è stato nulla da fare. Il rinvio non è stato neanche preso in considerazione. Il Siviglia stesso ha rinunciato a fare richieste ufficiali, forse scoraggiato dagli stessi membri di Nyon che hanno fatto trapelare il seguente messaggio: «Non sappiamo quando farvela giocare, i calendari sono stracolmi». Montecarlo dunque ospiterà anche quest’anno la kermesse fra le regine d’Europa. Per permettere al Siviglia di salutare per l’ultima volta Puerta, si è deciso d’organizzare una messa in forma privata in nottata: saranno presenti tecnici, giocatori e ovviamente la famiglia. Doveva essere celebrata domani, ma sarebbe stato imbarazzante chiedere agli spagnoli di astenersi dal salutare il compagno per raggiungere Montecarlo e magari andare in campo per la rifinitura. Così si è risolto un problema logistico e se n’è creato un altro di ordine morale. La famiglia del defunto però è troppo sconvolta per prendersela con i calendari di calcio e con chi permette certe abbuffate. L’attenzione ieri era rivolta alla giovane fidanzata di Antonio che a settembre partorirà un maschietto che non ha più un padre. Daniel Alves che staziona in ospedale dal giorno del ricovero dell’amico non si dà pace: «Il destino è davvero bastardo».

La salma della giovane promessa spagnola da ieri sera a mezzanotte è esposta nella sua seconda casa: lo stadio Ramon Sanchez Pizjuan. Accanto due bandiere, quella del Siviglia e quella della Spagna, e tutti i trofei vinti in carriera. I compagni, rientrati da Atene, sono atterrati intorno all’una, all’apertura della camera ardente. Un pullman li ha accompagnati dall’amico scomparso, oggi alle 14 saranno presenti alla messa. La partenza per Montecarlo resta fissata per domani. E come ha fatto sapere il portavoce dell’Uefa, William Gaillard: «La partita sarà un tributo a Puerta».

Il Milan non ha voluto interferire. Si è messo a completa disposizione del Siviglia e dell’Uefa senza creare intralci. Il Mondiale per club obbligherà i rossoneri a dover rimandare due gare di campionato e una di Champions, ma nessuno se l’è sentita di fare calcoli. Se il Siviglia avesse chiesto il rinvio, Galliani avrebbe accettato.

A Milanello la tragedia ha colpito tutti. È stato Ancelotti a comunicare la notizia ai giocatori raccogliendoli in cerchio prima dell’inizio dell’allenamento. Sul sito poi è apparso il messaggio di cordoglio con la comunicazione che in segno di lutto saranno sospese tutte le interviste e le conferenze stampa previste per la giornata odierna. Molti club di serie A, compresa la Figc, si sono uniti al dolore del Siviglia per la scomparsa del giovane spagnolo. In Spagna tutti hanno voluto ricordare Puerta definendolo «un ragazzo solare che amava la vita». Il capo del Governo, Luis Zapatero, ha inviato un telegramma di cordoglio alla famiglia e al club andaluso. Il presidente del Siviglia Josè Maria del Nido, in lacrime non è invece riuscito a parlare con i giornalisti, sconvolto si è limitato a dire: «Stiamo vivendo un momento difficilissimo». La Lega calcio spagnola ha deciso di dichiarare una giornata di lutto e di far osservare un minuto di raccoglimento prima di ogni partita del prossimo turno di campionato, in programma nel week-end. Un turno che non prevede, comunque, l’incontro fra Siviglia e Osasuna, rinviato a data da destinarsi. Anche il Real Madrid ha deciso di rinviare l’incontro con lo Sporting Lisbona per il Trofeo Santiago Bernabeu, previsto per stasera a Madrid

Quei malori non lo avevano fermato

Le ultime parole: «Ancora giramenti di testa». Era svenuto due volte ma i controlli erano regolari

 

 

La domanda è tragicamente semplice: la morte di Antonio Puerta poteva essere evitata? Sorge spontanea, spinta in qualche modo dalle stesse parole del calciatore. Sabato sera dopo essere svenuto Puerta ha lasciato il campo camminando. Passando vicino alle panchine si è lamentato per l'uscita prematura: «Un'altra volta questi cazzo di giramenti di testa», la frase raccolta dalle radio e rilanciata dai giornali. Perché non era la prima volta che Puerta si sentiva male. Nei giorni scorsi il Siviglia ha parlato di precedenti svenimenti e giramenti di testa. Due i principali: durante un'amichevole a Badajoz l'anno scorso e in allenamento poche settimane fa. Il club andaluso non aveva preso la cosa sottogamba. Secondo quanto rivelato dal Pais, su indicazione del dottor Juan Ribas, Puerta dopo questi episodi era stato sottoposto, tra gli altri esami, ad una Tac Total Body, a un ecocardiogramma e aveva superato una prova di sforzo prolungato. Inoltre proprio la settimana scorsa, per l'inizio del campionato, la federcalcio spagnola aveva distribuito a tutte le squadre di A e B un defibrillatore portatile da tenere negli spogliatoi. L'attenzione c'è, i controlli sono stati fatti. Ma non è bastato.

 

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