di Jesus Rodriguez
Perfezionista. Ambiziosa. Instancabile. Nevrotica. Sempre sexy e sorprendente. La popstar si confessa
Shakira
Il mio regno non sarà eterno. Il successo è effimero. Anche l'Impero romano ha avuto la sua caduta. E io accetterò la mia con dignità. Il giorno in cui non avrò successo, non so cos'accadrà, ma spero che i soldi che ho speso in psicoanalisi mi serviranno a qualcosa... Shakira è bravissima a elaborare le sue belle frasi in modo convincente. Forse per quell'aria da ragazzina buona e sognatrice, calata in un corpo minuto, quasi da adolescente: pelle dorata, seni piccoli e sedere impertinente. Non solo non elude le domande delicate, ma gioca d'anticipo. Prima ancora che glielo si chieda tira in ballo il fidanzato, Antonio de la Rúa, figlio di un ex presidente argentino, con cui condivide vita e lavoro dal 2001. E dopo aver sfoggiato tutto il repertorio delle sue frasi fatte, considera chiusa la faccenda.

È la sua strategia. E non è una novità. Ci aveva già avvertito il suo connazionale, il premio Nobel Gabriel García Márquez, nel profilo che ha fatto di lei nel 1999: "Shakira ha le proprie idee sull'arte, la vita terrena e quella eterna, l'esistenza di Dio, l'amore e la morte. Ma tanto l'hanno assillata di domande i suoi intervistatori da farla diventare esperta in risposte elusive, che servono più a nascondere le sue idee che a rivelarle". Il 9 luglio Shakira si esibirà allo Stadio Olimpico di Berlino per la chiusura dei Mondiali di calcio. Ma prima andrà a Saragozza per mettere a punto la tournée che inizierà da lì il 14 giugno per toccare 14 città spagnole e concludersi in America latina in febbraio. A distanza ravvicinata, Shakira Isabel Mebarak Ripoll è diversa da Shakira, più discreta e pacata, sempre con gli occhi bassi. È alta appena un metro e sessanta, i capelli raccolti, le mani sono piccole, lo smalto delle unghie scrostato. "Esperta in risposte elusive". Una buona definizione della sua personalità: mostrare tutto per non far vedere nulla, "in fondo, sono molto riservata", dando però all'interlocutore la sensazione di ricevere una confessione intima. Perché a Shakira non sfugge nulla. Da vera professionista. Ha 29 anni ed è nel giro da quando ne aveva dieci. Da quando vinse 50 dollari e una bicicletta in un concorso televisivo per bambini prodigio indetto da Telecaribe. "Avevo già una voce scura, da adulta: le suore non mi volevano nel coro", ricorda. Ma già a quattro anni, a Barranquilla, ballava ogni weekend la danza del ventre al teatro delle Missionarie di Maria. In un video di quell'epoca appare piccolissima, coi capelli corvini e il faccino triste, mentre muove freneticamente i fianchi inguainati al ritmo del dumbek. Ha appena imparato a leggere quando comincia a comporre. Da allora, tutte le canzoni che interpreta sono sue. "È qualcosa di inseparabile da me, come la pelle dalle mie ossa". Ha inciso il suo primo disco a 13 anni, e a 15 era già una piccola diva. A 18 ha conquistato il primo posto nelle vendite di dischi nel suo paese. A 24 è riuscita a imporsi sul mercato statunitense, considerato irraggiungibile, cantando in inglese. Infine, a 27 anni ha avuto l'audacia di produrre il disco 'Fijación oral - Oral fixation' in due edizioni diverse, in spagnolo e in inglese: la prima è uscita da un anno circa, la seconda sei mesi fa.

L'intera biografia di Shakira è la storia dall'ossessione di mettersi alla prova davanti a se stessa. "Sono una perfezionista in fase di ricupero: sto tentando di placare questo mostro che ho dentro. Sono sempre stata l'unica responsabile della mia carriera. Delle mosse giuste e di quelle sbagliate. Ho sempre avuto un enorme senso di responsabilità per il futuro dei miei genitori e dei miei fratelli. E voglio dare qualcosa alla mia terra, fare qualcosa per gli orfani della Colombia. A volte mi piacerebbe togliermi questo peso di dosso, ma non ci riesco. Mi porto dietro un mio senso di colpa, che mi viene dalla religione cattolica. L'idea che si debba soffrire per andare in cielo, e che questa sia una valle di lacrime".

La religione è l'unico argomento sul quale Shakira passa in punta di piedi. Figlia di un libanese cattolico, ammiratrice di Giovanni Paolo II, è ritratta in alcune immagini mentre prega davanti alla Bibbia nel suo camerino - con la sua capigliatura color fuoco, in pantaloni di pelle attillatissimi - insieme ai genitori, prima di presentarsi in scena. Lei stessa riconosce che il cattolicesimo entra anche nel suo rapporto con la sessualità: "In certi momenti mi è capitato di cadere tra le grinfie del moralismo. Oggi mi sento più libera e aperta. Più tollerante. Rispetto le idee diverse dalle mie. Il moralismo è una malattia. E non ha poi molto a che vedere con la religione. Ma in effetti, anche la mia visione della religione è cambiata in questi ultimi tempi".
Con la generazione delle star latine protagoniste, dal 1999 in poi, dell'assalto al mercato statunitense, Shakira ha in comune l'esordio come bambina prodigio. E quasi tutti sono passati, come lei, dall'agenzia di Enrique e Gloria Estefan di Miami. Ma la differenza è che Shakira compone. Nei testi delle sue canzoni ci sono parole d'amore non convenzionali. E un etereo impegno sociale. È un mix che fa vendere. Questo elemento creativo così intenso, combinato con un uso abile delle sue radici arabe e colombiane e con un'immagine da rocker ben disegnata l'hanno trasformata in un prodotto imbattibile. Oggi, dopo 26 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, Shakira è forse il personaggio femminile più importante dello star-system (col permesso di Madonna e di Mariah Carey). Secondo un critico musicale "l''ambición rubia' (ambizione bionda ), attribuita a Madonna, sparisce davanti alla 'ambición Shakira'". Quando gli Estefan l'anno lanciata negli Usa, ha passato due anni a studiare e scrivere per arrivare a comporre da sola anche in inglese. Il risultato: 'Laundry service', 18 milioni di dischi venduti. La sua consacrazione.

"Ovviamente, il successo mi piace. E più ne ho, meglio mi sento. Dopo la prima volta su un palcoscenico, diventi come una tossicodipendente. Hai bisogno dell'attenzione della gente come di una droga. A me poi piacciono moltissimo anche le interviste. Sono visite guidate all'interno del mio cervello: sedute di psicoanalisi a costo zero". E non è stressante questo ritmo di vita? "Alla popolarità sono abituata fin da bambina. È stato un processo lento, un lungo lavoro sotto il sole. Conosco bene la fama, è una vecchia amica. A volte mi fa penare, ma in genere è molto amabile".

Le sue prime foto mostrano un'adolescente dalla folta capigliatura bruna, pienotta, sopracciglia folte, trucco pesante. Nel 1998 la sua impressionante criniera è ancora corvina e ricciuta. Un anno dopo è diventata liscia e color mogano. Nel 2000 la vediamo di nuovo riccia, ma bionda, poi bionda e liscia. Nel 2001 è ancora bionda, ma di nuovo coi riccioli e qualche mèche scura. Nel 2002 i riccioli sono diventati biondo-rame, nel 2003 bionda è con l'attaccatura nera, nel 2004 sempre ricciuta, ma biondo platino.

Infine, il 2005 è l'anno del cambiamento: niente più trucco da telenovela e criniera fitta. "Prima mi nascondevo, adesso non più. Non voglio giocare a rimpiattino coi miei propri tratti." Oggi Shakira è ragionevolmente bionda, sottile, il viso acqua e sapone: sembra molto più giovane di qualche anno fa. Un cambiamento fisico che si trasfonde in tutta la sua immagine di artista. A cominciare dai suoi concerti, dove si cerca di riprodurre qualcosa di simile ai concerti rock degli anni '80, con grande dispiegamento di luci, mentre l'armamentario passa in secondo piano. Al centro di tutto dev'esserci la star: Shakira. "Sto lavorando 12 ore al giorno. E temo di arrivare alla tournée senza più l'energia di cui avrò bisogno. Ieri ho avuto una giornata nera. Temo che non sia tutto come dev'essere". Paura sì, ma senza tensione apparente. "Solo che in alcuni giorni del mese divento insopportabile". Ride. Ha un atteggiamento affettuoso con tutti.

Concludendo il profilo che ha tracciato di lei, García Márquez dice di Shakira che è "intelligente, insicura, riservata, golosa, evasiva, intensa". Ha colto nel segno. Lei però aggiunge: "Nevrotica e ossessiva. Una specie di terremoto". E passa in rassegna le sue contraddizioni: coraggiosa e codarda; moralista e liberata; timida e temeraria, giovane e vecchia, realista e idealista. Patita del cioccolato, della psicoanalisi e di Antonio de la Rúa, il "riposo della guerriera". Shakira Mebarak Ripoll - colombiana 29 enne, proprietaria di tre cani, con l'hobby del giardinaggio, residente alle Bahamas, si congeda con un abbraccio e un sorriso malinconico. Come quello di una bambina infelice.

copyright 'El Pais' - 'L'espresso' traduzione di Elisabetta Horvat