Crisi o Non-Crisi?
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Alla cortese attenzione del direttore!
C'Š Crisi, c'Š Crisi, c'Š Crisi!!! per quel poco di memoria che mi rimane, ricordo che ascolto questo ameno ripetuto ritornello fin dagli anni '70 della debacle petrolifera, quando pareva che il tentato progresso del mondo, costruito sul petrolio allora quasi scomparso dalla circolazione, fosse sul punto di terminare per sempre la propria iperbole, riportandoci tutti al transito quadrupede e, magari, sotto la direzione dittatoriale di un probabile regime originato dalla quasi inevitabile degenerazione caricaturale in stile argentino di qualche italico ignoto e fin troppo noto "potere forte". Ero assai giovane, allora, e svolgevo la professione di venditore di automobili, in attesa di partire per il servizio militare. E' passato un secolo, forse, nel volgere di qualche anno, e l'Italia Š cambiata molto, evolvendo da una specie di Albania agricola, fatalista e arretrata, ad una Nazione industriale quasi-moderna che tratta alla pari con Stati come la Germania e l'Inghilterra, mentre continuo a guardarmi attorno e ad ascoltare la stessa vecchia canzone: c'Š crisi, c'Š crisi.... ma esiste, veramente, questa crisi? C'Š da qualche parte un Economista illuminato che faccia almeno un rapido conto, carta e penna alla mano, solamente del valore complessivo - tutto a perdere nel tempo - del parco auto-moto circolante oggi nel nostro Paese? Oppure che censisca quante sono le ville, le prime e seconde e terze case, le abitazioni di lusso, le industrie, le grandi e piccole imprese che fanno enorme il valore - questo s permanente - del PIL italiano? La benzina Š carissima, da noi che in questo campo siamo l'America al contrario, eppure si fatica sempre pi— a circolare per le strade intasate di veicoli, tra l'altro continuamente monitorate e vessate da multavelox-tassazioni-indirette, e caro parcheggi, caro bolli, bollini, collaudi, laute tariffe assicurative, ma mi pare che quasi nessuno rinunci a mettere in moto la macchina, dimostrando, cos, che il denaro superfluo in realt… non manca, e la gente Š fin troppo paziente e passiva, come da nostrano costume di popolo trapassato da conquistatore a sottomesso ai prepotenti voleri altrui, con piccole e temporanee rivoluzioni di moda o di facciata, fuochi fatui nella morsa degli antichi poteri forti. Andiamo a rinfrescarci le meningi nei supermarcati spuntati ovunque come funghi, con corollario di iper- mega e mini-discount, negozi, negozietti e bancarelle varie. Fateci caso: per qualunque acquisto, si fa sempre, dovunque, e ad ogni ora del giorno, la coda alle casse, e si vede la maggioranza dei clienti con i carrelli pieni e strapieni di merci che non sono solo pasta e pomodoro: Š la Crisi??? Ho notato come, a certe ore della giornata, in molte citt… si fatica a trovare un posto a sedere per l'aperitivo o per consumare una pizza: in certi casi, meglio prenotare, o, forse, cambiare locale: quanta crisi, ragazzi!!! Si potrebbe continuare osservando, ancora, il valore dei capi di abbigliamento alla moda indossati dai pi—, le vacanze come dove e quando, meglio ai Caraibi, e il costo di "vizi e vizietti", magari l'ammontare dei depositi bancari, titoli, azioni e "reazioni", in Italia e all'estero, eccetera... Sicuramente, cos come Š sempre stato nella storia di qualunque societ… umana, per alcune persone e categorie sociali una certa crisi si manifesta in base a notori, a volte motorii per la stessa economia che riparte per altre e diverse strade, "corsi e ricorsi" della storia, dell'economia e della politica, ma, per la maggioranza dei consumatori, nonostante il caro-prezzi ed una tassazione disumana che pone il nostro Paese dal paradiso degli altamente industrializzati al limbo dei semi-evoluti, non mi pare esista reale sofferenza economica e sociale generale: se cos fosse, infatti, avremmo gi… da tempo assistito a qualche forma di Rivoluzione, magari come avvenne qualche secolo fa in Francia, con relativo pubblico taglio della testa dei re-tiranni da parte del popolo aizzato dalla "borghesia illuminata" che forse non godeva di sufficiente libert… e benessere... Oggi, da noi, dopo l'allarme della Confcommercio, magari stimolata da qualche commerciante il quale anzichŠ incassare i soliti 1.000 euro al giorno ne incassa solo 950 e piange subito il morto, dimenticando quello che ha costruito in valore aggiunto, pubblico e privato, nel lavoro di questo ventennio, quale ricetta magica proporranno le forze politiche, indipendentemente dal colore di schieramento, per "stimolare i consumi del popolo"?? Chiedere sacrifici ulteriori alla gente, che significa pi— tasse e tagli e riduzioni di stipendi e pensioni, ma che lasceranno allora MENO denaro da spendere in tasca ai possibili acquirenti di quei prodotti che debbono essere consumati con vantaggio anche dell'industria produttrice, ...oppure fare che cosa di altamente provinciale nel mondo globale?...mettere il sale sulla coda di industriali che sono gi… assai stufi di sottostare a costosissime burocrazie da terzo mondo e sistemi poco liberali che li inducono, casomai, nel loro perdurare passivo nella concorrenza attiva globale, e giustamente dal loro punto di vista, a delocalizzarsi all'estero, in Paesi che offrono migliori substrati produttivi alla loro azione creativa e pratica? Ai posteri la non troppo ardua sentenza, ricordando ai nostrani beneamati e mai abbastanza frenati e riformati "poteri forti" che, finora, la loro fortuna principale Š stata la mai storicamente avvenuta, nŠ realmente tentata, in Italia, RIVOLUZIONE LIBERALE, nei tempi e nei modi, con cause ed effetti, generali e particolari, in cui avvenne veramente nei Paesi ai quali fingiamo di ispirarci, i quali oggi insegnano i Principi di Libert… al resto del Mondo, pagandone ogni possibile prezzo, con il massimo coraggio che hanno a disposizione, essendo semplicemente costutuiti da un insieme di cittadini che vogliono solamente una cosa: VIVERE LIBERI.
Francesco Martin cittadino europeo