Lettere al Direttore

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Alla cortese attenzione del direttore Antonello De Pierro.
Il Ritalin sta per arrivare nelle farmacie italiane e molti genitori si stanno gi? preoccupando. Il principio attivo, infatti, il metilfenidato, ? un'anfetamina e nell'aprile del 2006 ? stato inserito dal Ministero della Salute e della Giustizia nelle tabelle 1 e 2 delle sostanze stupefacenti, assieme alla cocaina, la mescalina, il metadone, la morfina, l'oppio e l'eroina.
Come si pu? dare una sostanza stimolante, dagli effetti simili a quelli delle droghe pesanti, a un bambino?
In base alle norme vigenti (legge Fini-Giovanardi) possedere pi? di 180 mg. di Metilfenidato ? reato punibile con la reclusione e sanzioni pesanti. Vogliamo ripetere quello che sta accadendo in molte scuole americane, dove le pastiglie sono frantumate dai ragazzi e aspirate col naso?
Sembra di s?, dato che il ?farmaco? ? appena stato registrato presso l?AIFA, l?Agenzia Italiana del Farmaco, che per? si pronuncer? in via definitiva soltanto alla fine di febbraio.
Intanto aspettiamo. Ignari di quello che sta per accadere, verso una campagna farmacologica che si preannuncia di dimensioni enormi. Si tratta di un pubblico potenziale di 800 mila bambini! Sono i cos?detti bambini iperattivi (ADHD), quelli un po' pi? vivaci, per intenderci (di certo non malati).
Ma ? gi? tutto pronto, ed hanno pensato proprio a tutto! Persino a un registro nazionale, dove saranno inseriti tutti i dati dei bambini sotto trattamento. In ogni momento si potr? sapere chi e quanti sono in ?cura?. Una vera e propria schedatura!
Per non parlare degli effetti collaterali dello psicofarmaco. Per citarne alcuni: tachicardia, ipertensione, perdita dell'appetito, visione confusa, midriasi, nausea, vomito, dolore addominale, contrazioni muscolari, insonnia, confusione, cefalea, nervosismo, euforia, aumento della frequenza respiratoria etc. etc.
Secondo uno studio dell'Universit? del Texas del 2005 si aggiungerebbe un rischio di cancerosit?; sono inoltre noti i casi di morte improvvisa.
Come tutte le droghe, infine, il Ritalin provoca assuefazione e dipendenza.

Davis Fiore
Alla cortese attenzione del direttore Antonello De Pierro.
Nella storia dell?umanit? c?? sempre stato qualcuno pronto a speculare sulle tragedie collettive, sui cataclismi provocati dalla furia naturale, sulle guerre e sulle carneficine umane. Rammentate il clima di panico e sgomento generale suscitato intorno all?aviaria, meglio nota come ?influenza dei polli?? Non esagero se dico che ci hanno indotti a temere il peggio; si era persino giunti a paventare una pandemia di proporzioni colossali, a prospettare uno scenario apocalittico di catastrofe umanitaria e sanitaria. Ma quali sono stati i danni effettivamente arrecati dall?influenza aviaria?
Gli esiti reali sono stati addirittura irrisori di fronte ai terrificanti effetti temuti e sbandierati dagli ?esperti?. Al contrario, la iattura maggiore ? stata prodotta dalla paura e dalla propaganda terroristica dei mass-media, che conducono a disastri pi? gravi del male stesso.
Le perdite principali sono state di ordine economico, poich? l?allarmismo diffuso tra la popolazione ha arrecato svantaggi e rovine al settore dell?avicultura. Chi, dunque, ne ha approfittato? Cui prodest? A chi interessa spaventare la gente?
Tra quanti hanno tratto utili incalcolabili, figurano senza dubbio le industrie farmaceutiche produttrici di vaccini antinfluenzali, nonch? altri avvoltoi che hanno lucrato su ci? che ? stato il business economico dell?anno scorso: l?influenza dei polli. Ma i veri ?polli? sono stati i milioni di cittadini e consumatori, truffati e gabbati dagli organi della disinformazione di massa.
Uno dei concetti chiave di Goebbels (il Ministro della propaganda nazista) era: ?Una bugia ripetuta mille volte diventa pi? vera della verit??.
Parimenti mi chiedo chi ha lucrato sulle catastrofi internazionali degli ultimi anni come, ad esempio, lo spaventoso tsunami che nel dicembre 2005 devast? il sud-est asiatico, causando un?orribile ecatombe. La risposta la lascio al vostro giudizio individuale.
Un altro esempio. Si pensi all?11 settembre 2001, allo storico attentato contro le Twin Towers. Questa immane tragedia, un orrendo crimine contro l?umanit?, ha cinicamente rappresentato un esorbitante affare economico, uno straordinario evento speculativo in borsa, che ha generato immense fortune finanziarie per pochi, grandi speculatori, ma ha dissolto ingenti ricchezze, rovinando milioni di piccoli risparmiatori.
Cos? le tante guerre, attualmente in corso nel mondo, in Iraq, in Afghanistan, in Medio Oriente, in Africa, sono tante opportunit? per siglare affari d?oro, per arricchirsi con il sangue, la morte e la sofferenza di milioni di esseri umani, condannati ad un destino atroce e sventurato.
Ma la guerra ?, per antonomasia, un evento catastrofico, che annienta non solo vite umane, ma demolisce intere citt?, agglomerati urbani, strade, abitazioni, scuole e ospedali, insomma le infrastrutture, alla stregua di un violento sisma o di una qualsiasi calamit? naturale. A cui segue il momento della ricostruzione delle aree disastrate, una fase che ? anch?essa un?occasione lucrosa, utile e propizia per stipulare affari. A tal punto che l?economia della ricostruzione ? tanto ricca e conveniente quanto l?economia di guerra, o un?economia della catastrofe e del catastrofismo. I ?frutti? di cui parlo sono gli affari osceni compiuti da sciacalli e trafficanti capitalisti, privi di scrupoli, che dissanguano e disonorano il genere umano. In tal senso, l?economia della catastrofe ? omologa e corrispondente all?economia di guerra, come l?economia della ricostruzione ? associata in modo complementare all?economia di guerra.
L?indotto economico che si viene a creare intorno ad un processo di ricostruzione, ? un circuito assai vasto, complesso e articolato, che impiega decine di migliaia di tecnici, professionisti, ingegneri, architetti, progettisti, lavoratori addetti all?edilizia, ma anche operatori della sanit?, della scuola, dei servizi; ? un sistema che pu? favorire l?accumulazione di notevoli fortune economico-capitalistiche. Si rammenti quanto ? accaduto durante l?opera di ricostruzione successiva al sisma del 23 novembre 1980, che cancell? in pochi attimi intere comunit? dell?Irpinia e della Basilicata.
L?economia della ricostruzione implica anche la formazione di rendite e titoli azionari in borsa, che sono soggetti alle oscillazioni e ai condizionamenti derivanti da avvenimenti catastrofici.
Insomma, tutti noi dovremmo imparare a diffidare delle notizie, soprattutto di quelle pi? allarmistiche, che quotidianamente ci vengono propinate dai mezzi di comunicazione di massa, cercando di ragionare con la nostra testa, esercitandoci nell?arte del dubbio e della critica, non per il gusto di polemizzare gratuitamente, ma per liberare ed espandere l?area della nostra coscienza, per disintossicarci dalle scorie velenose della disinformazione, che ormai ? diventata una droga psicologica, un pericoloso ingranaggio che procura un?inconscia forma di dipendenza e di assuefazione mentale. Non a caso, molti di noi dipendono e fanno dipendere la propria vita dai mass-media, in particolare dalla televisione, senza mai dubitare delle informazioni ricevute. L?oracolo moderno a cui le masse guardano e si rivolgono come a un profeta elettronico, o a una divinit? terrena, da cui ottenere responsi autorevoli, ? proprio la televisione.
Perci?, non ? difficile figurarsi le ragioni per cui la nostra societ? versa in uno stato di decadenza morale e intellettuale, una societ? in cui regnano i facili allarmismi, le fobie, le psicosi, l?ipocondria, insomma una societ? nevrotica e alienante.
In altri termini, io credo che dovremmo porci, una tantum, la fatidica domanda: ?cui prodest?? A chi serve o conviene una data notizia? A chi giova manipolare la verit?? Una maggiore accortezza ci aiuterebbe se non altro a ragionare, ad esercitare il nostro senso critico, che ? un istinto naturale, una virt? che il sistema sociale tende reprimere sin dai primi anni vissuti in famiglia e a scuola, costringendoci ad obbedire ciecamente alle ?autorit?? che sono i genitori, gli insegnanti, lo Stato, la Chiesa , i media, la ?santa inquisizione? televisiva.
Tra le tante balle catastrofiste e allarmistiche che ci raccontano ogni giorno, vi sono quelle che appartengono alla categoria ecologico-ambientalista. Cito un esempio. L?effetto serra.
Sappiamo che il surriscaldamento del clima terrestre prodotto dall?inquinamento atmosferico, ? all?origine della siccit? e della desertificazione. Ma, come spesso accade, ci raccontano solo una percentuale di verit?, ossia ci nascondono una quota della verit? stessa.
Occultare una parte di verit?, per riferire solo quella che fa comodo, significa compiere un?opera di mistificazione. Dunque, a chi giova un certo tipo di terrorismo psicologico?
Provo a ragionare con la mia testa. Semmai si verificheranno in futuro eventi disastrosi, questi potranno derivare dall?inevitabile innalzamento delle acque dei mari e degli oceani che sommergeranno vastissimi territori come, ad es., le fasce costiere dei paesi mediterranei.
E? innegabile che l?effetto serra stia causando un progressivo scioglimento dei ghiacciai polari. Tale realt? ? conosciuta da tutti, anche dai ragazzini che frequentano le scuole elementari. Mi riferisco alla verit? ufficiale, alla versione proposta e divulgata dai mass-media, che rappresentano e difendono determinati interessi economici e di potere.
La verit? viene quindi spezzata e ridotta in frammenti, viene trasmessa e descritta a brandelli. Alcune porzioni assai rilevanti della verit?, vengono sistematicamente ignorate, trascurate, omesse, occultate e dissimulate ad arte. In genere, gli organi di informazione riferiscono solo la razione di verit? che conviene rivelare. Cos? come avviene nel caso preso in esame.
Perch? non ci spiegano, ad esempio, che la scarsit? di acqua derivante dalla siccit? e dalla crescente desertificazione del clima, potrebbe essere compensata dallo scioglimento dei ghiacciai polari, cos? come ci insegna e ci dimostra la legge dei vasi comunicanti?
Personalmente, confido nella capacit? della Terra di riequilibrarsi e rimediare ai guasti e agli scempi causati dall?umanit?, dato che il nostro pianeta ? simile a un organismo vivente.
A proposito di ?verit??, o di notizie attendibili, sarebbe pi? verosimile la tesi secondo cui sarebbe in atto un processo di tropicalizzazione del clima, specialmente del clima mediterraneo, per cui si potrebbe prefigurare uno scenario futuro di trasformazione territoriale di paesi quali l?Italia o la Spagna , in tanti arcipelaghi formati da isole tropicali, simili alle oasi e ai paradisi geografici presenti nelle attuali zone tropicali.
La disinformazione, sempre pi? dilagante e pervasiva, condiziona in modo decisivo la nostra vita, a tutti i livelli, anzitutto nel campo alimentare.
Gli esperti di nutrizione ci raccontano che la migliore dieta ? quella pi? varia e pi? ricca di alimenti (sicuramente ricca per i commercianti e per le multinazionali del settore alimentare). Io mi domando se convenga (non solo economicamente) variare e arricchire la propria alimentazione giornaliera, nella misura in cui variare significherebbe incrementare i consumi, per cui tale tesi, divenuta una persuasione diffusa, un luogo comune trito e ritrito, racchiude una sorta di messaggio subliminale che inciterebbe al consumismo pi? sfrenato.
In altri termini, con tutte le sconcezze alimentari diffuse in commercio, i cibi adulterati e geneticamente modificati, le carni gonfie di ormoni, gli alimenti surgelati contenenti conservanti, coloranti, additivi chimici, mi chiedo se non convenga, sotto il profilo igienico-sanitario, seguire una dieta pi? povera (ma pi? ricca per il nostro portafoglio) e pi? genuina, un?alimentazione meno varia, incentrata su poche componenti nutritive, magari sugli stessi alimenti, ma che sappiamo essere sani al cento per cento!
I miei punti di vista sono antitetici a quelli oggi dominanti, creati dalla propaganda e della disinformazione di massa, manovrata dai padroni del mondo, cio? dalle corporations dell?economia globale, che sono i padroni della scienza, della tecnica e della comunicazione.
Io non ho le competenze tecnico-specialistiche per confutare determinate tesi scientifiche che sono false e ingannevoli, ma cerco comunque di informarmi autonomamente e di ragionare con la mia testa, per cui mi chiedo: a chi giova un certo tipo di terrorismo psicologico?
Ebbene, in un conflitto bellico, come in uno contesto di catastrofe naturale, i primi a trarne profitto sono i produttori di medicine, ma anche i fabbricanti di armi e le compagnie petrolifere, per cui in un teatro globale in cui si prefigurino e si prevedano scenari di guerre e catastrofi climatiche, i valori azionari ad essere maggiormente apprezzati ed esaltati in borsa sono, appunto, i titoli delle multinazionali petrolifere, farmaceutiche e delle case produttrici di armi. Non ? un caso che i padroni dell?energia petrolifera, della farmacologia e degli armamenti militari, siano anche i padroni della finanza internazionale, ovvero i padroni del denaro. E i padroni del denaro sono notoriamente i padroni dei mezzi di comunicazione e di persuasione di massa, ossia i padroni assoluti e incontrastati del mondo contemporaneo.

Lucio Garofalo



Sig. direttore,
sono un piccolo imprenditore e le invio questo sfogo che mi viene dal
cuore. Sono stufo di essere trattato come un nemico della societ?,
invece della colonna portante della stessa. Prenda a cuore anche lei il problema.
Se ? d?accordo con quello che le scrivo, la prego di volerla pubblicare sul suo giornale come lettera al direttore
Sto lavorando affinch? tutte le associazioni di categoria insieme e
senza gelosie, organizzino un convegno con esclusione dei politici, per parlare di questi problemi e che da questo convegno di tutte le
categorie venga un forte comunicato di contrasto al governo, con la precisa indicazione che si rigettano tutte le maggiori imposizioni burocratiche e fiscali.
A quanto mi risulta, pochi quotidiani anno dato rilievo alla notizia (trasmessa dall?agenzia Ansa) che a fine ottobre 2006 il debito pubblico ? aumentato di ben 90,1 miliardi di euro. Credo che questo dato debba farci riflettere, poich? va associato sia al boom delle entrate tributarie (34 miliardi di aumento) sia alla nuova manovra finanziaria (intorno ai 40 miliardi).
Facendo due semplici conti e collegando le maggiori entrate erariali e
l?accresciuto deficit ? evidente come quest?anno lo Stato a speso ben
124 miliardi in pi? che in passato, ma dichiara di non aver soldi quindi si deve ancora aggiungere quella parte della manovra finanziaria ? certo preponderante ? che si tradurr? non in tagli, ma in aumenti delle imposte, centrali o locali, sempre che il 2007, a dispetto delle imposte crescenti, non veda anch?esso aumentare ulteriormente il debito pubblico: cosa che ? altamente probabile, guardando a ci? che ? successo negli ultimi 20 anni.
In pratica i politici stanno saccheggiando le nostre tasche e il nostro futuro.
Caro direttore, non conviene con me che a questo ritmo tra sei o sette
anni l?Italia sar? pronta a seguire il destino dell?Argentina?
Da queste cifre ? evidente che fino ad oggi i nostri governi sono stati incapaci di gestire l?economia e che quindi ? urgente correre ai
ripari, se non vogliamo che i nostri risparmi e i nostri beni finiscano in polvere. ? insomma opportuno che tutte le categorie imprenditoriali, con a capo le loro associazioni e i loro rappresentanti, prendano in mano la situazione e tolgano ai politici il potere di spendere e distruggere la nostra economia.
Non mi permetto di dare soluzioni (anche se qualche idea l?avrei), ma ? opportuno che immediatamente si studi a fondo la situazione: non c??
pi? molto tempo.
La politica deve essere al servizio dei cittadini e derivare da questi
ultimi la sua legittimazione. Al contrario, oggi siamo troppo spesso
sudditi di politicanti, burocrati e lazzaroni che vivono come parassiti sulle spalle dei ceti produttori. Essi si limitano a chiamarci ogni cinque anni alle urne, e ci obbligano a scegliere tra politici davvero troppo simili l?uno all?altro.
Il problema ? che mentre i ceti produttivi diminuiscono, le sanguisughe aumentano.
Al fine di giustificare assurdi aumenti delle tasse e dei controlli, in questi giorni si fa un gran parlare di evasione fiscale. Ma
l?argomento pi? importante ? come i politici e burocrati spendono i nostri soldi.
L?Italia ? ormai afflitta dalla malattia cronica della spesa ed ?
oppressa da una burocrazia parassitaria che la corrode in ogni sua fibra e che spreme oltre misura i ceti produttivi. Per questo, essa ? incapace di fare un passo indietro per dare alla nostra economia una nuova spinta, tale da avvicinarla alle societ? pi? progredite dell?Europa.
Mentre da noi si parla da anni di migliorare i servizi e per questo
servono nuove tasse, Irlanda, Spagna, Inghilterra e Portogallo hanno
diminuito le tasse alle imprese e introdotto regole flessibili che hanno fatto di queste nazioni le nuove ?tigri d?Europa?. In Francia in questi giorni il presidente ipotizza una imposizione alle aziende massimo al 20%.
Noi imprenditori dobbiamo essere consapevoli che se le stesse regole
fossero applicate da noi anche la nostra economia conoscerebbe un analogo boom.
Bisogna quindi reagire! E cambiare in fretta: comprendendo che nessuno
ci regaler? mai la nostra libert?. Sta a noi conquistarla. Sta a noi
alzare la testa di fronte allo Stato e non subire pi? passivamente
arbitrii e sopraffazioni.
Per questo invitiamo quanti ritengono che la libert? d?impresa e di
contratto sia un diritto inalienabile della persona a prendere contatto con i colleghi e le associazioni di categorie, agendo al pi? presto per bloccare una situazione che sta rapidamente incancrenendo.
Bisogna sconfiggere le tesi secondo cui lo Stato deve pensare a tutto.
? anzi fondamentale che si comprenda l?esigenza di lasciare gli
individui sempre pi? liberi di contrattare, vendere e produrre: senza vincoli assurdi e costosi.
Voglio invitare i miei colleghi, a non subire pi? passivamente!
L?Italia siamo noi imprenditori e i ceti lavoratori che creano vera ricchezza, e non certo i politici, i burocrati e gli sfaccendati. Da troppe parti ? stato coltivato un ottuso odio ideologico verso l?imprenditore e ora questo sentimento ? alla base di regole assurde che si vessano in ogni modo.
La nostra colpa maggiore, fino ad ora, ? stata quella di essere
pazienti. Per questo motivo ora dobbiamo organizzarci e mobilitare le nostre associazioni di categoria, affinch? da pecore si sappia diventare leoni, e la si smetta di subire assurde angherie solo per quieto vivere.
Senza un?immediata azione di contrasto da parte nostra non ci pu?
essere un futuro per l?Italia.
Svegliamoci: perdere un?ora di lavoro oggi significher? la tranquillit? del domani.
Cordialmente

Giuseppe Quarto
Gent.ssimo direttore,
non ha tregua il dibattito sui legami tra antidepressivi e suicidio. A poche settimane dall'annuncio della pillola Pristiq, la questione si riaccende. Il nuovo psicofarmaco della Wyeth Pharmaceuticals, infatti, sembra essere correlato al rischio di suicidio.
I warnings sulle confezioni di psicofarmaci sono aumentati drasticamente negli ultimi anni. Le prime etichette nere, o Black-box, riguardo il possibile peggioramento dell'ideazione suicidaria, sono apparse sui pi? comuni antidepressivi gi? nel marzo 2004 (Prozac e Zoloft). Nel febbraio 2005, l'FDA ha esteso gli avvertimenti a tutti gli antidepressivi, dopo che studi monitorati col placebo hanno dimostrato un'incidenza raddoppiata del rischio di suicidio. Lo scorso dicembre il comitato consultivo dell'FDA ha infine raccomandato ulteriori avvertimenti sui pericoli, non solo in et? pediatrica, ma anche tra i 18 e i 24 anni http://www.azstarnet.com/sn/news/160338.php
Indicazioni simili sono state proposte in Giappone, Australia e Canada, e non ? da meno l'Europa. Nell'aprile del 2005 l'EMEA ? giunta alle stesse identiche conclusioni, raccomandando di riportare sui foglietti illustrativi rischi di suicidio e aggressivit?. Tra i principi attivi imputati e commercializzati in Italia, ricordiamo: citalopram, duloxetina, escitalopram, fluoxetina, fluvoxamina, mianserina, mirtazapina, paroxetina, reboxetina, sertralina e venlafaxina.
Sui legami tra tendenze suicide e antidepressivi non ci sono pi? dubbi, quindi. Non solo sono confermati dalle principali agenzie del farmaco del mondo, ma ci sono centinaia di studi clinici che ne confermano l'esistenza.
Il Comitato dell'FDA ha recentemente preso in esame ben 372 studi, in cui popolazione coinvolta raggiungeva quasi 100.000 pazienti. Da ogni angolo del globo i dati sono continuamente confermati; secondo un recente studio svolto in Finlandia dall'Universit? di Kuopio su 15390 pazienti, il rischio maggiore sembra essere associato alla Venlafaxina (Efexor/Effexor).
Nonostante la consistente mole di studi e di avvertimenti gli antidepressivi continuano ad essere prescritti non solo alla popolazione adulta, ma anche ai bambini, basandosi spesso su semplici test soggettivi, mentre il famigerato Ritalin sta ormai bussando alle porte.

Davis Fiore
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