Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Seguiremo con occhio vigile i lavori di ricostruzione”

 


Roma - “Non possiamo più mettere il morso alla nostra voglia di protesta e verità, anche noi dobbiamo dire la nostra sulla vergogna che è emersa dalla tragedia dell’Aquila e dintorni.

Inizialmente abbiamo preferito tacere lasciando il giusto spazio al cordoglio, al soccorso e alla vicinanza alle vittime e ai loro famigliari, ma adesso è arrivato il momento di spezzare il pietoso velo dell’omertà”. Questa la dura reazione di Antonello De Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti sulle conseguenze e, in modo particolare, sulle cause di quell’immane tragedia che lo scorso 6 aprile ha abbattuto la rassicurante quotidianità di migliaia di persone lasciando il posto a cumuli di macerie.
“Molti riflettori si sono accesi, ma non a sufficienza, sull’ormai tristemente nota casa dello studente e sul nuovo ospedale - dice De Pierro - ma la cosa che mi lascia più perplesso è che non c’è stato un organo di stampa che con coraggio e coscienza abbia fatto riferimento alcuno ai nomi dei reali, e a dir poco irresponsabili, costruttori di questi edifici. Mi sembra chiaro che quanto accaduto sia un fatto grave per un Paese civile e soprattutto abituato, già da tempo a fare i conti con la lugubre contabilità dei terremoti. E quando parlo di contabilità faccio riferimento non solo alle vittime ma anche a coloro che restano, a chi porta impresse sulla propria pelle le ferite aperte, tante delle quali non si cicatrizzeranno mai”.
Poi, puntando il dito contro le responsabilità di coloro che siedono sulle più ambite poltrone politiche, afferma: “Anche in questo caso infinite sono le promesse istituzionali che ogni volta vengono elargite copiosamente nel momento di più forte impatto emotivo e che, nella maggior parte dei casi, non si tramuteranno in realtà. Il caso di San Giuliano di Puglia docet in maniera evidente. Innanzitutto, per onore di verità, voglio sottolineare che le istituzioni questa volta sono state molto presenti anche se un certo Silvio Berlusconi non ha saputo frenare le sue velleità folkloristiche paragonando le tendopoli a camping da turismo da fine settimana e gli alberghi che accolgono gli sfollati ad ameni luoghi vacanzieri. Queste esternazioni di insano umorismo, nel resto del mondo, hanno riempito le prima pagine dei giornali suscitando scandalo tra i lettori; in Italia, coma al solito, è calato il silenzio”.
“Mi auguro - aggiunge auspicando a una celere identificazione delle malfattori del caso - che gli inquirenti possano fare il loro lavoro con la necessaria tranquillità e “qualora” vengano accertate delle responsabilità, i colpevoli vengano colpiti da pene esemplari. Non dimentichiamo le infiltrazioni mafiose in Abruzzo, come abbiamo già denunciato più volte anche tramite il nostro responsabile regionale Emiliano d’Alessandro e delle quali tutti, anche se spesso fanno finta di niente, sono a conoscenza, come il noto traffico di sabbia che dagli argini dei fiumi meridionali finisce direttamente nei palazzi di mezza Italia, compresi quelli abruzzesi”.
“E’ proprio per tale motivo - conclude De Pierro - che spero che la ricostruzione proceda adottando, con assoluto rigore, tutti gli standard del caso imposti dalla legge e che non succeda, come in passato, vedi Irpinia e Basilicata, che qualcuno si arricchisca sulla pelle di che soffre. Noi vigileremo costantemente affinché questo non avvenga e seguiremo con occhio vigile i lavori di ricostruzione attraverso i nostri esperti in materia ai quali mi auguro si aggiungeranno altri periti volontari per aiutarci a salvaguardare gli interessi della collettività in Abruzzo”.