La denuncia giunge dall’Italia dei Diritti. Il presidente Antonello De Pierro: “È una vergogna!”

 
Roma – Prosegue senza soste la battaglia dell’Italia dei Diritti contro la cattiva gestione degli uomini a disposizione delle forze di polizia. Di recente, Antonello De Pierro, presidente del movimento nazionale, ha denunciato le inefficienze nell’utilizzo dei poliziotti addestrati, ridotti al ruolo di semplici impiegati, rinchiusi dentro gli uffici invece di adempiere il loro incarico presidiando il territorio e garantendo la sicurezza nelle strade. Un compito da assolvere al meglio proprio oggi che il governo ha legalizzato le socialmente pericolosissime ronde dei cittadini.
 
“È assurdo - argomenta preoccupato De Pierro - tagliare fondi al comparto sicurezza, istituire le ronde, mobilitare l’esercito nelle città come forma di propaganda quando poi vi sono numerosi poliziotti addestratissimi che restano parcheggiati negli uffici dietro una scrivania”.
 
L’Italia dei Diritti è venuta a conoscenza di un caso specifico, particolarmente rilevante. “Abbiamo appreso - spiega il massimo esponente del movimento - di un caso tra i tanti, riguardante un ispettore capo della Polizia di Stato, che presta servizio in un reparto ubicato nella zona di Roma sud. Si tratta di un poliziotto con una preparazione operativa eccellente, arrivato a ricoprire le qualifiche di istruttore di tiro e di direttore di tiro dopo aver frequentato corsi altamente specializzati, che però, a quanto ci risulta, non ha mai svolto un solo giorno di servizio in strada, limitandosi al suo incarico di impiegato d’ufficio, davanti ad un pc, tra faldoni di documenti e pratiche amministrative. È una situazione vergognosa. Noi dell’Italia dei Diritti - prosegue stizzito De Pierro - esigiamo delle risposte dalle istituzioni, visto che a tuttora ci poniamo come l’unico movimento extraparlamentare in aperta opposizione al governo Berlusconi. Ci opponiamo fermamente a situazioni di questo tipo”.
 
Inoltre, come aggravante del fatto, sembrerebbe che il poliziotto in questione, oltre ad essere responsabile dell’ufficio del personale nel suo reparto di appartenenza, ricopra anche il ruolo di rappresentante sindacale. Un palese conflitto di interessi tra le due cariche, che dimostra una evidente incompatibilità. “Benché si tratti di un caso limite - argomenta De Pierro - vogliamo fare di questa paradossale vicenda il simbolo della nostra protesta, affinché i poliziotti istruiti al meglio e formati a spese dello Stato abbandonino definitivamente gli uffici burocratici. Ci rivolgiamo quindi al ministro dell’Interno Roberto Maroni e al ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, al fine di invitare il governo a rispondere su tali inefficienze e sul depauperamento di denaro pubblico, impiegato ogni anno per addestrare gli uomini delle forze dell’ordine e poi lasciarli seduti in ufficio”.
 
In tutto ciò si arreca, per di più, un disservizio alla sicurezza degli italiani, come lo stesso presidente dell’Italia dei Diritti tiene a sottolineare: “I cittadini hanno bisogno di sentirsi protetti dalle istituzioni. La loro sicurezza deve essere garantita dalle forze di polizia, e non certo dalle ronde legalizzate che vanno abolite al più presto. Basta con questa coltre di fumo gettata negli occhi delle persone, ricorrendo all’italico malcostume di avvolgere i fatti da una cortina di proclami e demagogia. In questa lotta al ripristino della legalità - conclude fiero De Pierro - i cittadini sono con noi. Ogni giorno ci arrivano numerosissime manifestazioni di consenso da parte della gente comune, a conferma della bontà e del buon senso delle nostre iniziative”.