Antonello De Pierro furioso, non siamo una lista "farlocca"
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Il presidente dell'Italia dei Diritti - De Pierro rispedisce al mittente ogni dichiarazione o notizia che abbia accomunato il movimento politico da lui presieduto alle presunte liste fittizie formate da poliziotti e militari dopo i casi esplosi a Bisegna, Senerchia, Sant'Angelo a Fasanella e altri comuni
Roma - In occasione delle elezioni amministrative di quest'anno, sin dal primo giorno di presentazione delle liste nei comuni interessati dal voto è montata una polemica che da più parti è considerata sterile e strumentale.
Quello che oggettivamente ha rappresentato un dato curioso, una circostanza rarissima, se non unica, ha finito per essere tacciata come una consuetudine riprovevole da parte di esponenti delle forze dell'ordine e militari, a cui è stato attribuito un disvalore etico in quanto additati come coloro i quali hanno scelto di candidarsi esclusivamente per usufruire dell'aspettativa elettorale, ma che in realtà sono solo rei di aver esercitato un sacrosanto e democratico diritto all'elettorato passivo. Negli anni scorsi si è assistito alla presenza nelle competizioni elettorali di alcuni comuni di alcune liste con candidati non residenti, ma non è dato sapere se le motivazioni di queste candidature risiedano realmente nelle ipotesi esibite da qualcuno, pur senza alcun conforto probatorio.
Quanto è accaduto quest'anno, che con ogni probabilità resterà un unicum nel panorama politico italico, è stato dettato da una ragione ben precisa e chi non ne ha tenuto conto, ergendosi a inquisitore di poliziotti e militari sul proscenio, probabilmente non è ben informato oppure è in malafede. In virtù del fatto che gli elettori dei comuni interessati dal voto per il rinnovo dell'amministrazione comunale nel 2020 furono chiamati alle urne in autunno a causa dell'emergenza pandemica quest'anno approderanno alla scadenza naturale dei cinque anni. Cio avverrà comunque in autunno e alla luce del fatto che esiste una norma che prevede che le elezioni debbano svolgersi nella finestra temporale che va dal 15 aprile al 15 giugno il mandato avrebbe subito una compressione ingiustificata. Non essendo peraltro presente alcun evento straordinario che potesse legittimare una nuova deroga, come avvenne nelle era del Covid 19, si è deciso di rinviare il voto alla prossima primavera, prevedendo un ritorno alle urne solo in assenza di una maggioranza politica in grado di amministrare, come nei casi afferenti a commissariamento o a decesso del sindaco. Se si è assistito al record delle 25 liste di Bisegna in Abruzzo o alle 21 di Senerchia in Campania è solo perché erano pochissimi i comuni chiamati al voto e chi legittimamente ha deciso di presentare una lista si è concentrato proprio in quei comuni. E' bastato ciò per far riemergere dall'oblio qualcuno che non si è fatto sfuggire l'occasione per godere di una fugace esposizione ai riflettori commentando la circostanza.
Ma soprattutto hanno destato perplessità e indignazione, tra le file del movimento politico Italia dei Diritti - De Pierro, alcuni articoli apparsi su varie testate, in cui, senza alcun approfondimento, già dopo poche ore e senza attendere nemmeno l'ufficialità, si puntava il dito contro tutte le liste che non facevano riferimento a residenti, assimilandole senza alcuna distinzione a candidature di appartenenti alle forze dell'ordine, in particolar modo ad agenti della polizia penitenziaria, o alle forze armate, presentate esclusivamente al fine dell'ottenimento dell'aspettativa elettorale. Peraltro citando alcune liste cosiddette locali e ascrivendo a un mucchio anonimo tutte le altre si assisteva a una clamorosa violazione di quel baluardo di civiltà democratica che è rappresentato dalla par condicio.
Un trattamento mediatico che non è andato giù fin dalle prime ore agli esponenti del movimento presieduto dal giornalista romano Antonello De Pierro, i quali, capeggiati dal loro leader, in virtù dell'intensa attività sociopolitica svolta quotidianamente sui territori e dell'ingente numero di eletti negli anni, i quali hanno onorato puntualmente il mandato ricevuto dagli elettori, si sono rivelati subito visibilmente contrariati nel vedersi includere (oltre a quelle composte da candidati locali) nelle "altre" che fanno riferimento "ad agenti di polizia penitenziaria che, con la candidatura, possono usufruire di un mese di aspettativa retribuito per la campagna elettorale" e definire "candidati per l'aspettativa", "liste di agenti di polizia penitenziaria", "furbetti dell'aspettativa", "liste farlocche", "furbetti del congedo", "furbetti alla ricerca del congedo", "liste fittizie" e così via. Un vero tiro al bersaglio gratuito verso un movimento composto da persone che fanno politica attiva da sempre con passione, inclusi loro malgrado, senza alcuna verifica, in un presunto gruppo di candidati alla ricerca di un mese di aspettativa, che alla luce dei fatti è stato dato addirittura per certo.
Chi è stato presente a Roma il primo giorno di consegna, e in quelli successivi, presso il quartier generale dell'Italia dei Diritti - De Pierro all'Infernetto parla di un Antonello De Pierro furibondo mentre gli venivano sottoposte le prime notizie sulle liste presentate a Bisegna, Senerchia, Sant'Angelo a Fasanella e in altri comuni. Al suo fianco, tra gli altri, Carlo Spinelli, responsabile per la Politica Interna e segretario provinciale, il quale negli anni scorsi aveva risposto per le rime a chi accomunava il movimento al presunto fenomeno delle liste di militari in cerca dell'aspettativa.
Ma quest'anno a parlare è De Pierro, il quale a caldo ha esordito lasciandosi andare a un sonoro: "Mi sono rotto i c......". Ha poi continuato: "Ogni anno la stessa storia, ma questa volta si è esagerato. Rispedisco al mittente ogni insinuazione circa l'accomunare le liste del nostro movimento a quelle di militari o rappresentanti delle forze dell'ordine alla ricerca dell'aspettativa. Non so se questo fenomeno esista davvero, probabilmente in parte sì, ma non trova diritto di residenza nella nostra compagine politica. Da giornalista mi sorprende non poco come alcuni colleghi, anche di autorevoli testate, abbiano potuto affermare quasi subito, con assoluta certezza e senza alcuna verifica preventiva, che le liste non facenti capo a residenti fossero fittizie, farlocche, e così via. Peraltro così facendo hanno dato visibilità immediata a un paio di liste, accreditandole come attendibili, fornendo loro un assist vantaggioso e violando apoditticamente la par condicio. Tutto ciò è assolutamente inaccettabile in quanto noi abbiamo una storia politica, abbiamo affrontato e risolto con successo centinaia di circostanze in cui i diritti dei corpi collettivi, di alcune cellule più deboli del parenchima sociale, erano stati calpestati e mortificati dall'arroganza di pochi eletti, spesso senza nemmeno essere presenti in consiglio. Infatti, pur avendo eletto un elevato numero di esponenti del movimento nelle istituzioni, il fatto che un nostro dirigente sieda o meno sugli scranni di un'aula consiliare non è fondamentale ai fini dell'espletamento dell'attività sul territorio. Da quando abbiamo lanciato l'opposizione ombra sono in tanti ad aver dovuto fare i conti con questo nuovo modo di fare politica, nel nome dell'etica e della legalità. Se una maggioranza amministra virtuosamente nell'interesse dei cittadini portrà godere sempre del nostro plauso, ma se assistiamo a un'attività gestionale fallimentare e non consona agli minimi standard di accettabilità siamo stati e saremo sempre pronti ad accendere i riflettori sul suo operato denunciando mediaticamente e presso gli organi competenti alla vigilanza ogni distorsione amministrativa, sempre nell'interesse supremo della popolazione. Quando lanciammo l'iniziativa dei consiglieri ombra affermai senza ombra di dubbio che 'la pacchia è finita' e per alcuni è stato così, ma devo riconoscere che la maggior parte sbagliava in buona fede, in quanto a fronte di un monitoraggio serrato da parte nostra sul loro operato hanno fatto registrare sensibili miglioramenti. E molti ci hanno ringraziato e ci ringraziano per questa nostra attività, che permette loro di notare qualcosa che magari era potuta sfuggire, specie quando il territorio di competenza è più vasto, come accade per esempio in alcuni municipi di Roma Capitale, dove i nostri attivisti ombra sono sempre molto vigili e attenti, sotto il coordinamento del segretario provinciale romano Carlo Spinelli e dei suoi vice, a cui si è aggiunta da qualche giorno Barbara Pasquini, di fresca nomina, la quale figura tra i candidati in lista a Sant'Angelo a Fasanella, nel Salernitano. Ho atteso qualche settimana prima di commentare ufficialmente l'accaduto in quanto ho voluto monitorare prima con attenzione le notizie. Ho letto di tutto, anche assurdità sotto il profilo tecnico. Qualcuno si è spinto a dichiarare che un poliziotto o un militare candidato ottiene dei vantaggi in carriera. Scrivere falsità del genere oscilla tra il ridicolo e il grottesco. Ho assistito a qualche altra lista politica, che suo malgrado è stata accomunata alle presunte liste 'farlocche', essere stata costretta a dichiarare di non avere poliziotti o militari. Non ho condiviso tale posizione, ma l'ho compresa. Addirittura si è arrivati al punto di doversi giustificare se si inserisce in lista un poliziotto, come se fosse un dato negativo. Io invece ne sono orgoglioso. Ci sono poliziotti che si avvicinano al nostro movimento e questo per me è un onore. Non devo giustificarmi di nulla. Noi propugniamo un progetto etico e legalitario ed è normale che chi ha fatto del rispetto della legalità la sua professione sia interessata a una formazione partitica come la nostra. Mi meraviglierei se aderissero al nostro percorso progettuale fossero criminali o comunque persone poco limpide. Per costoro nelle nostre file non c'è posto, li lasciamo volentieri ad altri più avvezzi a pratiche politiche poco trasparenti. Abbiamo candidato negli anni vari esponenti delle forze dell'ordine e ne sono orgoglioso. E non si sono candidati per l'aspettativa e non erano fantasmi, le liste che li ospitavano non erano fittizie o farlocche. Tra i tanti consiglieri eletti negli anni c'è stato anche qualche poliziotto, e sono fiero del loro operato. Posso fare l'esempio di Paolo Nanni, il quale espleta il suo mandato nel gruppo da me capeggiato a Roccagiovine da 7 anni e ha fatto registrare un'unica assenza. O Dantina Salzano, la quale ha fatto parte del medesimo gruppo a Roccagiovine e successivamente è diventata a sua volta capogruppo a Sambuci non risultando mai assente. Sono i nostri unici poliziotti eletti oltre a Francesco Palmisano, ispettore superiore della Polizia di Stato, il quale si è candidato a Cineto Romano dopo essere transitato in quiescenza e pertanto senza godere di alcun giorno di aspettativa. Attualmente è il nostro capogruppo in seno all'assise consiliare di Cineto e non ricordo abbia fatto finora registrare assenze. Tutti gli altri nostri eletti a Capranica Prenestina, Castel San Pietro Romano, Pisoniano, Rocca Canterano, Gorga, Percile, Sambuci, Vallepietra, Vallinfreda, Cineto Romano, Roccagiovine, etc. non appartengono alle forze dell'ordine, espletano regolarmente il loro mandato, esistono e non appartengono ad alcuna lista farlocca o fittizia, e cosa che forse è bene chiarire, per soddisfare gli appetiti dei detrattori, non hanno usufruito di alcun giorno di aspettativa o di 'ferie pagate' come ha affermato qualcuno poco informato sulla ratio legis che giustifica l'aspettativa per il poliziotti. Come se poi l'istituto delle ferie, o meglio congedo ordinario, potesse essere non retribuito. Ho assistito a tante parole in libertà a cui voglio continuare a rispondere coi fatti, come abbiamo fatto finora, auspicando che finalmente qualcuno si decida a comprendere che l'Italia dei Diritti - De Pierro è una realtà politica consolidata e non ha nulla di fantasma. E stiamo facendo la nostra campagna come sempre anche quest'anno a Sant'Angelo a Fasanella, dove è schierata come candidata a sindaco Monica Persiani, storica dirigente del movimento, prima degli eletti in già 2 comuni (in uno dei 2 ha raccolto preferenze in numero quasi uguali ai voti di lista, ma è rimasta fuori dal consiglio in quanto il seggio conquistato è stato uno solo in una dura competizione contro 2 liste locali magistralmente condotta dal Carlo Spinelli). Monica non ha nulla a che vedere con le forze dell'ordine, è un'artista professionista, cantante del noto gruppo Milk and Coffee, e non è mai stata una candidata fantasma. Come a Senerchia, dove ad aspirare alla poltrona di primo cittadino è la vice segretaria romana Irene Pastore, insegnante con un passato da artista (vinse il festival di Napoli), o a Bisegna, il paese dello scandalo, dove è stato scritto anche che escluse le 2 liste del posto tutte le altre fanno capo ad agenti di polizia penitenziaria. Qui il nostro candidato a sindaco è l'altro vice segretario romano Antonio Steggi, dipendente e sindacalista dell'Atac, e non mi risulta abbia usufruito di alcuna aspettativa.
Intendiamo tutelare l'onorabilità e la dignità del nostro movimento, nonché dei nostri candidati, contro queste proditorie e gratuite insinuazioni con ogni strumento a disposizione, a iniziare dall'esercizio del diritto di replica ex art. 8 della legge 47/48 perché il nostro è un movimento politico molto attivo, composto da persone perbene, che hanno scelto di lottare per il trionfo del'etica e della legalità nel nostro paese, con un presidente che conta oltre 252.000 follower a oggi sulla sua pagina Facebook, figurando a un dignitoso 49esimo posto in tutta Italia tra i politici più seguiti, e chi afferma il contrario non sa di cosa parla".