Lettere al Direttore

Egr. Direttore,
Le sarei molto grato se pubblicasse il testo di queste due lettete inviate alla Direttrice della SAT di Torino in merito al "canone RAI".
Devo ammettere amaramente in merito a quanto segue, che ad un cittadino onesto e rispettoso delle leggi non Š ammesso nessun dissenso, pena il pignoramento dei beni fino al "recupero" del canone ampiamente maggiorato da more, tasse e sovrattasse....a questo punto non resta che soccombere alla "prepotenza" delle Istituzioni.
RingraziandoLa anticipatamente Le porgo cordiali saluti
Umberto Di Lena

alla c.a. del Direttore Fernanda Maoggi
Rezzato 20/09/2005
In riferimento al Vs. "Preavviso di riscossione coattiva anno 2005" sono costretto a piegami alla forza e prepotenza "medioevale" di un Ente Pubblico che prevede che il solo possesso di un elettrodomestico atto peraltro non solo alla ricezione di programmi televisivi, ma alla visione di DVD o VHS, fotografie etc. sia soggetto a tassazione.
Ribadendo con ancora pi— fermezza e convinzione quanto scritto nella lettera del gennaio scorso*, sottolineo che se fosse stata mia intenzione evadere la suddetta tassa (a suo tempo Canone per la visione dei programmi RAI) non avrei mai deciso di pagare il primo canone RAI, usufruendo gratuitamente, come tanti, dei servizi all'epoca soddisfacenti.
Mi riservo, per quanto mi sar… possibile, di rendere pubbliche, tramite i giornali e internet, queste due lettere nella speranza che qualcosa cambi e che qualcun altro prenda simili posizioni.
Cordiali saluti
Umberto Di Lena
* Lettera datata gennaio 2005
Per anni ho sostenuto che la qualit… delle trasmissioni e del servizio delle tre reti "nazionali" RAI 1 - RAI 2 e RAI 3 erano nettamente superiori a quelli delle TV "commerciali" e che una gestione di questo livello andava appoggiata e sostenuta anche con il pagamento del canone.
Purtroppo ora, dopo i cambiamenti di rotta degli ultimi tempi, non posso proprio dire lo stesso.
ú La qualit… delle trasmissioni va consolidandosi verso il basso a gara con le altre emittenti nel proporre e pubblicizzare i lati pi— deteriori della natura umana, nel mostrare ed esaltare la stupidit…, l'ignoranza e la mancanza di buon senso e di buon gusto.
ú I notiziari ed i servizi giornalistici sono sempre meno obiettivi e sempre pi— contenitori di fatti morbosi dedicando pochissimo spazio alle notizie positive e costruttive; le notizie poi vengono accuratamente mescolate e presentate in modo da fornire un'interpretazione distorta della realt… (vedi l'insegnamento della pubblicit… occulta).
ú L'allontanamento dalla RAI di validi giornalisti e conduttori "non in linea" con l'attuale dirigenza e linea politica ne Š l'inevitabile e naturale conseguenza. Ma dove Š finito il confronto delle idee, la pluralit… di interpretazioni e la libert… di espressione?
ú Le poche trasmissioni "intelligenti" e positive sono relegate ad orari impossibili o in fasce orarie dove l'ascolto Š pressoch‚ inesistente.
ú Le interruzioni pubblicitarie poi sono decuplicate, raggiungendo, se non sorpassando, i livelli delle TV commerciali; non bastando questo, i livelli di volume sonoro della pubblicit… sono nettamente superiori alle normali trasmissioni.
Dov'Š finita la televisione che si prefiggeva il compito di educare, di incuriosire, di stimolare la crescita culturale, di divertire s, ma non certo a scapito delle idee e dell'intelligenza?
Questa non Š pi— la televisione che fa per me e per la mia famiglia, non ci interessa pi—, preferiamo occupare il nostro tempo in altro modo...Š per questi e molti altri motivi correlati che non intendo pi— pagare il canone; vi restituisco il bollettino e spero che molti altri facciano come me.
Sono a Vs. disposizione qualora vorrete bloccarci la possibilit… di ricevere il segnale delle emittenti RAI.
Sono consapevole che questa mia scelta non influir… in alcun modo sul cambiamento della programmazione, ma sentivo di doverlo fare.
Inoltre Š mia speranza di non essere il solo a dimostrarvi la disapprovazione in questo modo e a ricordarvi che il fatto che sia proprio il servizio televisivo pubblico a presentare come positive e degne di emulazione le imbecillit… e la "spazzatura" propinataci, ha un impatto decisamente negativo sulla crescita psicologica, culturale e umana delle nuove generazioni....scusatemi, mi dimenticavo che uno degli strumenti pi— efficaci per consolidare il potere e controllare le masse sta nel mantenerle il pi— possibile nell'ignoranza, tenendole buone e rimbambendole con giochetti e pettegolezzi conditi da qualche natica e tetta a pieno schermo.
Umberto Di Lena


Caro Direttore,
da molti anni mi dedico alla ricerca epistemologica nell'ambito della "struttura del pensiero logico-simbolico".Purtoppo un ictus cerebrale mi ha isolato dagli studiosi ,e mi escluso da una certa carriera universitaria.Questo mezzo meraviglioso mi ha dato la possibilit… di pubblicare alcune sintesi dei mei studi online vorrei da lei un aiuto per far conoscere il miei studi e a pubblicare in modo cartaceo un trarrato di 160 pag.circa che consiste nella "Teoria neuroscientifica relativa alla struttura del pensiero logico-simbolico".Purtroppo Š dall'82,anno di un convegno all'universit… di Pavia su Darwin che non pubblico pi— a livello cartaceo.L'ingratitudine degli intellettuali italiani nei miei confronti Š stata "senza limiti".Le invio il codice di alcune riviste che pubblicano i miei studi: www.scienzeweb.it (Neuroscienze-anche in archivio),oppure www.psychomedia.it Bertagnolio.Se vuole un panorama pi— ampio ,digiti il mio nome in minuscolo(roberto ettore bertagnolio) su GOOGLE ,ecc.Con ammirazione,Roberto.
Alla cortese attenzione del direttore Antonello De Pierro

Il breve discorso televisivo su Rai 1, fatto questa sera dal Presidente del Consiglio On. Berlusconi, se considerato oltre gli steccati e le barriere ideologiche che continuano a caratterizzare il neoguelfismo e il neoghibellinismo del Belpaese, diventano una dimostrazione semplice, elementare e manifesta di quello che sia la realt… economica dei mercati all'inizio del terzo millennio. Si Š venuto a formare, spontaneamente, con l'ingresso nell'area euro dell'Europa unita, il muro divisorio e selettivo dei prezzi alti di beni e servizi rispetto agli stipendi medi, vero e proprio muro del pianto con il quale debbono confrontarsi ogni giorno milioni di cittadini, mentre altri milioni vivono in apparente beatitudine dalla parte opposta. Costoro devono essere evidentemente la maggioranza degli italiani, altrimenti vedremmo le piazze piene di gente che protesta e reclama. Nello stesso tempo il mercato inizia ad essere invaso da merci a basso costo provenienti da paesi extraeuropei, in arrivo dal binario a scartamento ridotto del terzo mondo, primo stadio della globalizzazione che prima o poi raggiunger… tutte le stazioni del pianeta, rivoluzionando anche il nostro modo di produrre, di vendere e di acquistare, e redistribuendo ovunque magari un reddito inferiore, ma a milioni di persone che prima ne erano prive. Dunque, Š stata affermata in diretta televisiva la soluzione al problema apparentemente irrisolvibile: sul mercato coesistono tanti prodotti che hanno prezzi alti, ma anche molti prodotti che hanno prezzi bassi. Dunque, al consumatore finale la facolt… decisionale di scelta, in base alle proprie esigenze ed alla capacit… di spesa. Questa fase di ricognizione e cernita dei beni da parte del cliente Š, assieme all'atto della produzione e della distribuzione delle merci da parte degli industriali, l'elemento fondante di quello che chiamiamo mercato libero. E' chiaro che se io fossi un pdoduttore di bicchieri in vetro che costano 1 euro l'uno, mi darebbe fastidio vedere che oggetti simili vengono costruiti e venduti a 10 centesimi l'uno in paesi ex-sottosviluppati che, imparata in fretta la lezione del liberismo, corrono alla massima velocit… possibile senza preoccuparsi di nulla e non sono per ora soggetti ai vincoli legali e burocratici tipici di paesi pi— industrializzati che si sono dotati, e giustamente, di un welfare e di ammortizzatori sociali, e di contributi alle aziende che altrove sono fattori sconosciuti e impensabili. Bisogna capirli: sottomessi da sempre, stanno cercando ora di prendersi una possibile rivincita su una storia che pareva per loro ineluttabile. E' altrettanto chiaro che quel tipo di concorrenza, come tutte le concorrenze in tutti i generi di competizioni di questo mondo, risvegliandoci tutti da un certo tipo di torpore, dovrebbe solamente spingerci sulla strada di una nuova evoluzione dei prodotti e dei servizi, battendo quindi la bassa qualit… con l'alta qualit…, o, addirittura, riconvertendo la vecchia industria in una nuova industria. Il mercato, come la stessa vita che viviamo, Š movimento, cambiamento, opportunit…, possibilit…, libert… ed inventiva, rivoluzione del vecchio e progettazione del nuovo. Alternative non ce ne sono, per ora, se non l'immobilismo, il protezionismo, l'asfissia, con conseguente caduta libera dei mercati, l'agona delle borse, l'arrivo ineluttabile dei dittatori, con relativi postulati e corollari. L'esempio di militarizzazione del mercato Š visibile e tangibile, nell'anno di grazia 2005, nel paradiso cubano, dove la scarsa attivit… commerciale esistente Š controllata dall'esercito in maniera capillare e punitiva, e il popolo sopravvive nelle condizioni che tutti conosciamo, mentre solo l'apparato dirigenziale dell'unico partito riesce (forse) a godersi la vita, in un equilibrio precario prima o poi destinato a finire per sempre. Nel resto del mondo, per fortuna e per volont… di tutti gli uomini liberi, possiamo ancora scegliere come vivere e che cosa acquistare o meno, e possiamo avere una buona qualit… della vita anche se non abbiamo molti soldi, ma impariamo bene come spenderli, o, anche, come farli fruttare, nel sistema economico liberale delle libere opportunit…, che sono sempre in grado di migliorare la nostra condizione sociale, o anche di rivoluzionarci l'esistenza. Nell'equilibrio dinamico del libero mercato globale, alla fine, nessuno Š mai nŠ completamemte vincente, nŠ completamente perdente.

Francesco Martin cittadino europeo
Gentile direttore,
nel mondo contemporaneo, quantistico e atomico, universale e relativo, dinamico ed evolutivo, il fenomeno della globalizzazione dei mercati non cesser… mai di stupirci, di spaventarci, e infine di rasserenarci. PerchŠ non si tratta solo di allargamento della base e del vertice industriale, produttivo e distributivo fruibile dalla maggior quantit… di persone possibile, ma della rivoluzione delle mentalit… e dei costumi che si confrontano, si mescolano e si rigenerano nuovi e trasmutati tra realt… locali prima diversissime, veri e propri mondi opposti e opponibili conviventi sulla medesima struttura fisico-chimica del nostro pianeta. Ci troviamo allora tutti, senza distinzione, in un momento di evoluzione intermedia, fase di transizione tra il vecchio e il nuovo mondo, che procede a macchia di leopardo, per esperimenti, per lunghe circomvoluzioni e per rivoluzioni improvvise. Il vecchio mondo, solo di un decennio fa, con i propri circoli chiusi, la scarsa accessibilit… del sapere e del know-how, la gelosia delle posizioni conquistate, spesso con sistemi clientelari e nepotistici, la difesa ad oltranza dello status quo, la divisione sociale per caste dalle quali Š quasi impossibile evadere e migliorare, la scarsa capacit… di rinnovamento delle classi dominanti, dei cittadini governati e della stessa industria che mantenevano il sistema in uno stato di protezionismo arcaico, statico e poco produttivo. Stati di forza e conservazione che negavano, di fatto, l'ascesa economica e sociale ad intere classi, mantenendo la persistenza della povert… diffusa in regioni e nazioni del mondo condannate al fallimento perpetuo, ridicolizzando anche in modo repressivo l'inutilit… del tentativo di riscatto da una situazione di disagio storico fonte di quell'umiliazione umana dovuta all'impotenza che crea e mantiene la reazione permanente, l'atto sconsiderato casuale, la lotta intraspecifica con vinti e vincitori prestabiliti, la guerra di tutti contro tutti, infine, la tirannide. La globalizzazione distribuisce opportunit…, semente di ricchezza, occasione di lavoro e riscatto, fondamenti del cambiamento, dell'autorealizzazione, della possibilit… di un mondo migliore e pi— giusto a chiunque abbia la buona volont… di renderne pratico l'esempio teorico. Lo stiamo gi… vedendo ogni giorno intorno a noi: Nazioni grandi quanto l'Europa, come la Russia e la Cina fino ad ieri sottoposte a regimi dittatoriali si stanno affacciando velocemente alla ribalta sul palcoscenico della modernit…, con produzioni di sempre migliore qualit… ed a prezzi bassi, provocando una vera rivoluzione dei mercati che apprezzeremo ancor pi— negli anni a venire. Il sapere, l'informazione, la conoscenza e la tecnica industriale si diffonderanno in quei luoghi fino a farli diventare giganteschi lottatori giapponesi moderni in grado, specialmente Cina ed India, per l'enorme quantit… della popolazione, di sorpassare celermente i vincitori economici e sociali momentanei di oggi che riposano sugli allori, con uno sforzo minimo, prendendoli con la sorpresa della loro velocit… di cambiamento collettiva unita all'enorme flessibilit… individuale. Non sar… piacevole per molti dei "nostri", certo, ma quando gli equilibri precedenti sconvolti saranno ricomposti, il pianeta parler… una sola lingua, moltissimi poveri di oggi diventeranno persino ricchi, tanti altri reietti condannati all'ignoranza insegneranno nuove teorie ai dotti professori dell'oggi, e, addirittura, ogni uomo potrebbe diventare una piccola, microscopica o macroscopica industria che si dispieghi nel biotopo con nuove e diverse tecniche ad impatto ambientale neutro, ma all'altissimo valore intrinseco aggiunto ad una differente valutazione dell'utilit… produttiva e delle caratteristiche del bene di consumo, che potrebbe anche diventare persino "non consumabile" o, semplicemente, "informativo". La globalizzazione Š fondamentale per la libert… del mondo degli uomini, e del divenire stesso delle cose, e mette alle corde le antiquate utopie degli ormai ultimi dittatori, relitti di sistemi in fase di estinzione. Essa rende globale tutto ci• che Š locale, e viceversa, unisce anche dividendo, esalta senza tracotanza e boria, evidenzia, rende accessibile l'inaccessibile, facendo dono disinteressato nell'interesse di se stessa a tutti. E' persino utile per i nuovi fenotipi che verrranno dalla specie umana, dato che gli incroci genetici tra persone geograficamente distanti tra loro che producano una discendenza migliora in generale l'aspetto estetico, salutistico ed intellettivo della specie politipica "Homo sapiens". Essa, dunque, ci fa evolvere in una nuova fase della storia dove Š probabile che materialismo ed idealismo diventino un propellente unico ed univoco preparatorio ad uno stadio futuro ancora migliore. Dipende da tutti noi. PerchŠ, dunque, mi lamento della globalizzazione? PerchŠ ce n'Š in giro ancora troppo, troppo poca.

Francesco Martin
cittadino europeo

Alla cortese attenzione del direttore Antonello De Pierro


Assai facilmente si pu• toccare con mano in questi giorni la realt… mutevole delle cose dall'orizzonte degli eventi che la storia capovolge spesso capricciosamente, ma pi— ancora per gli effetti contradditori dei pensieri e delle azioni umane: pare sufficente un piccolo stormire di foglie dovuto ad un soffio di vento passeggero, o il correre di una nuvola scura lungo un cielo apparentemente terso, ed ecco che tutti i progetti politici, le grandi ambizioni sociali ed economiche, lo stesso tentato sistema di controllo dell'assetto e dell'equilibrio mondiale vacillano pericolosamente come un grande vascello che affronta la tempesta in un bicchiere d'acqua, e subito si possono vedere i caratteri degli uomini, con tutte le loro forze e debolezze assolute conviventi obbligatoriamente insieme. E' stata realmente "giusta" la guerra liberatoria dell'Iraq? PerchŠ non domandarsi allora se era giusta l'ultima Guerra Mondiale scorsa, e la lotta di liberazione dalle dittature di allora, che, senza l'intervento dell'America, molto probabilmente perdurerebbero in un'Europa assai diversa da quella che conosciamo oggi, alla cui libert… menomata le generazioni successive a quelle che scatenarono e combatterono quella guerra si adatterebbero in maggioranza per semplice imprinting ambientale e biologico? Certo, a nessuno piacciono le guerre, che hanno comunque sempre fatto parte della natura umana, ma consideriamo che, in assenza di lotta e contrasto, i regimi tirannici hanno la tendenza altrettanto naturale ad imporsi, crescere e proliferare nelle coscienze collettive fino a diventare parte integrante della realt… circostante, della quale assumono il controllo, per mantenere il quale ottenebrano progressivamente con la forza e la minaccia le coscienze tendenzialmente libere della maggior parte dei cittadini che diventano schiavi sottomessi, prima quasi senza accorgersene, poi per abitudine, quindi per costrizione, fino a convincersi della loro necessaria ineluttabilit… e giungere all'acclamazione delle dittature che li privano della libert… che ognuno dovrebbe invece avere assicurata e garantita dalla nascita. E' questo il punto: se i cittadini di una nazione tirannica accettano e acclamano i loro dittatori, dobbiamo considerare leciti quei regimi? In teoria s, poichŠ spetterebbe ai popoli medesimi ribellarsi ai satrapi, rovesciarli e istituire nuovi sistemi democratici, mentre tutti gli altri Stati dovrebbero rimanere neutrali. In pratica no, dato che la comprensione e la messa in cantiere dei sistemi democratici e liberali, anche nel progredito Occidente ha richiesto secoli di preparazione culturale delle nascenti elites intellettuali borghesi, ideologicamente alla base degli stessi moti proletari ed operai e seguenti esiti rivoluzionari, alla caduta delle monarchie, alla fine del latifondo e alla nascita della produzione e del commercio industriale che ha trasformato in alcune Nazioni molti operai in piccoli e grandi industriali liberi, e, in altri, li ha mantenuti al livello di semplici lavoratori sottomessi a dittature costruite "in nome della libert…", che hanno come primo comandamento quello che non si pu• fuggire da esse verso altri luoghi diversi, ed Š vietata la libera critica costruttiva che Š alla base di tutte le democrazie. Allora i tempi erano lenti e lunghi, mentre oggi sono brevi e veloci: pu• il Mondo avanzato, che progredir… ad un ritmo ancora pi— sostenuto nei prossimi anni, e diffonde ovunque idee di libert…, produzione di benessere, offerta di opportunit…, attendere che i popoli ancora sottomessi alla povert…, alla mancanza di libert…, alle malattie, alle nefaste ideologie terroristiche propagandate dai tiranni che giocano il tutto per tutto per conservare il loro potere, si liberino da soli, quando manca loro per causa di oppressione capillare anche la minima opportunit… di confrontare idee nuove, di potersi organizzare, di fondare partiti alternativi, di poter gridare al mondo il loro stato di uomini-schiavi? Allora qualcuno, per favore, mi spieghi chiaramente: in quale maniera una Nazione libera e democratica dovrebbe rapportarsi con una Nazione oppressiva e tirannica? Accettandola come un normale evento naturale? Immaginando di convincere il dittatore ad abbandonare il campo con le parole e le buone maniere? Imponendo embarghi dei quali il tiranno ride, scaricandoli sul proprio popolo che, adattato a portare pesi indicibili, ne porter… ancora uno in pi—, mentre lui continuer… la bella vita di prima? Gli U.S.A., almeno, hanno provato a fare qualcosa di pratico, come Š nel loro costume hanno agito, offrendo al mondo un esempio che stanno pagando in prima persona, assumendosene ogni responsabilit… storica, e ottenendo, per intanto, la caduta di un satrapo, cos come ottennero alla fine della Seconda Guerra Mondiale la resa del Giappone usando un'arma orribile, certo, ma forse l'unica possibile allora per fermare un'altra dittatura che avrebbe combattuto, per folla ed esaltazione, fino all'ultimo uomo. Sono contenti gli iracheni di essere oggi pi— liberi? Io penso di s, anche se stanno vivendo il loro periodo storico di dopoguerra postmoderno. Cosa faranno di quella libert… dipende da loro in seguito, ma l'opportunit… Š stata data. Sarebbero felici o no gli abitanti della Birmania, della Corea del Nord, di Cuba, dell'Iran, di altre decine di Nazioni simili nel Mondo, di essere liberati dai regimi cui sono sottoposti, oppure stanno bene cos come sono? Facciamo quel sondaggio che riuscirebbe comunque impossibile, o immaginiamo, pensiamo e cerchiamo di fare qualcosa per tutti loro, che hanno avuto la sfortuna di nascere in paesi bellissimi, ma oppressi? Su questo dovrebbero meditare tutte quelle forze politiche troppo attente a non sporcarsi le mani con la Storia che domani potrebbe improvvisamente diventare incontrollabile e travolgerli proprio perchŠ hanno cercato di evitarla per piccolo opportunismo, e che sono solo capaci di esporre critiche generiche ed ideologiche, mentre non offrono fatti concreti, se non, forse, il pietoso terzomondismo puerile e peloso di comodo, unito alla sottovalutazione delle tiranne che fingono di non conoscere, o, persino, all'omaggio al dittatore cos esotico, quasi amico e gentile, ma ben lontano dalle loro comode case e dal loro modo di vivere, che diviene, infine, vera e propria collusione con i vari tiranni del mondo i quali, maestri dell'arte del controllo del potere e delle coscienze, aggiungono nuove fondamenta ideali e materiali, rinsaldate in territori liberali occidentali, ai loro Palazzi del Terrore e dell'Orrore, e rinforzano ancora di pi— i loro regimi antidemocratici sfruttando tutte le nostre debolezze democratiche possibili.

Francesco Martin cittadino europeo

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